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Archanta

Ultimo Aggiornamento: 20/09/2012 16:28
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Città: MILANO
Età: 37
Sesso: Femminile
18/12/2011 19:49

RICHIESTA APPROVAZIONE BG E PRIMA SKILL
RICHIESTA PARENTELA CON PG AILEEN (ANIMORPH)


(altre richieste all'interno XD)

Premessa: Ho informato e chiesto consenso a Samor prima e ad Arthesia dopo per la questione della possibilità dell'albinismo e della parentela, ottenendo il permesso, vi presento ora la scheda completa.


PARTE PRE-NASCITA.
STORIA D'AMORE DEI GENITORI DI ARCHANTA

(Madre: Aileen, mutaforma
Padre umano)

Era stato così strano accorgersi di lei.
La loro era una storia proibita. Una donna e un comandante. Un soldato e un suo superiore. Nulla che la gente avrebbe dovuto sapere. Iniziò quando lui le salvò la vita.
Combattevano per la loro città, combattevano tutti quelli che riuscivano a reggersi in piedi. Uomini e donne, vecchi e ragazzini. Hors Glen.
"un generale di vent'anni, occhi turchini e giacca uguale "
Occhi di un azzurro talmente profondo da sembrare color del mare.
"un generale di vent'anni figlio di un temporale"
E fu durante un temporale che la salvò. Combattevano con foga e senza stile, un generale improvvisato e una ragazzina. Combattevano per la loro città, per le loro madri, per i loro fratelli.
Fu dapprima lei a salvarlo, buttandolo giù dal cavallo imbizzarrito e prendendolo sul suo, e poi toccò a lui prenderla in braccio ferita e portarla al campo.
Fu così che nacque.
Una scintilla.
Un qualcosa di meraviglioso che nessuno dei due poteva permettersi, ma che lasciò loro un ricordo indelebile. Archanta nacque durante la bonaccia, durante un miracoloso periodo di pace, in un ospedale da campo. Da principio il suo aspetto destò stupore nella madre. Chiara la pelle, ma lei lo interpretò come un segno divino di chissà quale dio. In fondo gli dei hanno la pelle color latte.
Il maggior stupore lo ebbe una dolce notte di luna, in cui la portò fuori dalla tenda. Aveva appena un mese. Nel giro di pochi secondi si trasformò tra le sue braccia in un morbido cerbiattino bianco. Trattenne a stento un urlo la madre, e la portò via. Passò tre giorni in quella forma.

STORIA DELLA NASCITA


Quando nacque la neve le entrò dentro.
Si infilò in ogni pertugio trovato sulla sua liscia pelle che grondava sangue e la riempì. La colpa, crede, stava nel fatto che per lavarle il sangue di dosso non fu usata acqua normale, ma neve sciolta. E quella le si annidiò dentro al cuore in una tormenta, vi trovò dimora e non se ne andò mai più.
Ovviamente l'ha dimenticato. Troppo dolore estremo per un piccolo corpo. Ma glielo hanno raccontato negli anni seguenti.

Quando un bambino viene alla luce tutti sorridono, persino le madri spossate e gli fanno i complimenti.
Quando un fantasma fatto di neve nasce in un corpo e non tollera i raggi di sole forti, se ne sta nel buio,nessuno fa i complimenti. Inorridisce il mondo degli Umani.
Lei era nata nel buio e il sole la scottava. Non era normale. Il latte che beveva aveva lo stesso colore della sua pelle e i suoi occhi non erano azzurri come quelli dei bimbi ma pallidi come fiordalisi e un pò grigiastri.
Gli occhi delle bimbe sono azzurri come zaffiri. I suoi pallidi diamanti, del colore delle ceneri a lutto.
Perciò la chiamavano "Cenere" oppure "Spettro". I bambini. Gli adulti si limitavano a additarla come "L'Albina". Con l'articolo davanti. Come a dire 'l'albero' oppure 'la sedia'. Non come una cosa vivente.
Invece sua madre l'amava, perciò si scaldava di quello. Un pò di neve si scioglieva e le colava giù dagli occhi a bagnarle le guance prive di colore.
Da piccola non capiva perchè quando camminavano la gente tirava dritto,le ignorava, o peggio le attaccava verbalmente e con sassi e frutta marcia.
Doveva essere dura per Aileen, la sua giovane madre.

STORIA DELLA TRAGEDIA


Ma la madre sapeva già che era condannata alla solitudine. Subito dopo averla allattata la prima volta, la piccola si era come trasformata fra le sue mani. Era sola e sonnecchiava, quando accadde. Si spaventò tanto che quasi la lasciò cadere. E lei cambiava, cambiava irregolare, finchè il suo corpo non fu ricoperto di soave peluria, morbida come un pulcino e chiara come il guscio di un uovo di anatra.
Era diventata una Cerbiattina.
Per la mamma quella bimba era davvero una piccola strana. Rifiutava di mangiare carne, aveva paura del sangue e non aveva nessun istinto bellico nè aggressivo. Indifesa, incapace di fare del male a chiunque. Era anche molto strana nei comportamenti: molto paurosa, molto prudente. Non era di quelle bambine che si lanciavano nei giochi ma aveva un comportamento dolce, lento e un pò diffidente.
Si appassionava alla corsa, non perchè fosse brava, era troppo piccola, ma perchè amava farlo e quando era in forma cerbiatto saltava come un lampo per la contentezza.
Aveva però un'eccellente attitudine: quando qualcuno la afferrava, e accadeva spesso fra bimbi, oppure faceva i capricci e non voleva seguirla, niente e nessuno la tratteneva.
Non poteva mancare di notare che assomigliava più alla cerbiatta che diveniva che a una bimba e un pò a causa dei maltrattamenti e dell'ostilità degli uomini per il suo albinismo, un pò per motivi solo della sua natura "speciale" Archanta preferiva assai più stare nella sua forma cerbiatto.

Aileen non sapeva che cosa fosse Archanta, nè che era stata proprio lei a donarle quell'aspetto. Sapeva solo che la sua piccola bambina ora aveva un segreto in più da tenere nascosto e un problema in più che metteva a rischio la sua vita.
Passò giusto i primi due mesi con lei, prima di affidarla alle infermiere. La bonaccia era finita. Si raccomandò di coprirla quando andava fuori, perché anche il più delicato sole le dava fastidio. E fece in modo da tornare ogni mese.
La rinchiuse, per il suo bene e la lasciò perché doveva tornare in guerra. Quando c’era le teneva compagnia mentre era in forma animale.
La guerra finì quando Archanta aveva quasi un anno, suo padre fu impiccato, e la madre dovette scappare. Fu con grande stupore che notò che la gente le guardava in modo strano.
Una volta nella locanda alcuni viandanti si erano terrorizzati ed erano scappati, senza pagare il conto.
Non capì mai se era stata tutta una scena per fuggire senza rimborsare la lauta cena o vera paura ma furono costrette loro, che per poco non morivano di fame, a versare sangue e denari per questo e l'oste non le volle più vedere nemmeno avvicinarsi.
Le avrebbe ammazzate di botte tutte e due se ci provavano.
Sua madre provò a cercarle degli amici ma nessuno la voleva. Allora provò a tenerla lontana da loro, per evitarle il dolore.
Ovunque andasse, da Atene a Sparta, gli sguardi della gente erano pregni di paura e sciocche superstizioni. Archanta iniziava ormai a notarlo.
-Perché sono bianca?- le chiese una volta.
-Perché sei pura-
-Ma la gente mi odia-
-Ti odia perché hanno paura di te. Sono stupidi- si chinò su di lei e le baciò le guance -Sei pura, e loro hanno paura. Ma non lasciare che la loro paura ti avveleni-
-Ma non sanno che mi trasformo?- pur non sapendo nulla della razza, Aileen capiva che doveva restare segreta.
-No, e non devono saperlo- la bambina annuiva.

Viaggiavano solo di notte e lei copriva la bambina fino agli occhi e sotto a un cappuccio, dicendo a tutti che aveva qualche orrenda malattia. Nessuno chiedeva di vederla e li lasciava in pace. Loro. La bambina malata e quella povera madre disperata e sola che se la portava appresso ovunque.
Viaggiarono per due anni interi, da sole. Fino a che non trovarono qualcuno che le accogliesse.
-Tu che porti quella bimba cervo- Aileen mise mano alla spada, pronto a ucciderlo. Nessuno doveva sapere di lei. NESSUNO. Archanta aveva solo tre anni, non poteva difendersi da sola. Eppure il mago si dimostrò sincero, o almeno così sembrava. Le accolse, le curò, diede loro una casa e una famiglia.
Aileen lavorava per lui, come guardia armata. Lo difendeva. Lui era incapace di tenere in mano una spada o qualsiasi altra arma, e le spiegò che gli incanti richiedevano tempo.
Si sentiva tuttavia al sicuro con lui. Un giorno prese la figlia e andò dal miglior pittore della città. Fece fare due piccoli ritratti di lei e di Archanta, e da un artigiano fece fare due ciondoli per contenerli. Uno per lei, e uno per la bambina.
Si sentivano al sicuro.
Fino a quella sera. La sentì piangere. Prese una lanterna e scese lungo le scale della casa, fino alla cantina. Allarmata, la spada puntata davanti. La bambina era al centro di un fuoco magico, non bruciava, ma era evidentemente spaventata. Il mago mormorava strane formule, mentre ombre nere iniziavano a circondarlo. Urlò con quanto fiato avesse in corpo, correndo verso di lui e trafiggendolo con la spada. Prese la bambina, mentre l'incanto spezzato iniziò a distruggere la casa, e le ombre iniziarono a seguirle. Scappò con quanta forza avesse nelle gambe.
Forse voleva fare un esperimento, forse rubare alla piccola quella che riteneva la sua "magia" per copiarla.
Il crollo travolse tutte e due, qualcosa le cadde sulla testa, e lei svenne, tra le macerie, perdendo il ciondolo senza nemmeno accorgersene. Al risveglio la bambina non c'era. Scappata tra i cervi, ma la madre non ne conservò memoria. Passò due mesi in un letto, tra la vita e la morte, dimenticando pian piano tutto quello che era successo, e infine si rimise in viaggio. Verso Avalon.

VIAGGIO DI ARCHANTA E VITA COI CERVI


Tutto tremava e crollava. Il panico la prese, la mano della mamma le scivolò via. Allora la chiamò e la cercò ma lei non c'era. Aveva solo 4 anni, era disperata. Si tramutò in cerbiatta e corse via, come una scia chiara nella notte scura. Aveva con sè i due medaglioni al collo e non li tolse mai.

I giorni seguenti tornò attorno a cercare la mamma ma non aveva coraggio ad avvicinarsi a quel posto dove sentiva come se lo spirito del mago malvagio ancora aleggiasse. Le superstizioni che aveva ascoltato tutta la vita sugli spiriti dei morti o degli altri mondi che entrano dentro e cambiano le persone, come accusavano lei di essere, le erano diventate così familiari che ci credeva.
Alla fine si arrese e vagò per mesi e mesi, in forma animale più che poteva.Molto lontano da quel posto, più a nord, trovò un'imbarcazione che portava in posti più freddi e distanti e la prese. Il suo istinto umano le suggerì semplicemente di nascondersi nella barca e così fece.
Arrivò in un luogo pieno di boschi (//La transilvania attuale) e vagò a lungo finchè non vide, con stupore, un gruppo di cervi. Una femmina di loro aveva appena perduto il cucciolo a causa dei cacciatori. Annusò Archanta e la ripulì dalla polvere, guardò quello strano dischetto doppio di metallo che aveva al collo con condiscendenza, poi se ne prese cura come se fosse sua figlia.
Era la prima volta che un altro essere dimostrava sincera cura di lei, a parte i suoi genitori.
Non era umana, non era mutaforma. Ma la Cerva sembrava amarla tanto che nella sua mente prese a chiamarla Mamma Cerva.
Le insegnò come scovare il cibo nel momento del bisogno nei posti più improbabili e come migliorare nello scappare dai predatori e cacciatori.
Grazie al suo intelletto umano in parte, Archanta fu l'unico cucciolo di quell'anno a sopravvivere agli attacchi costanti, con la notevole capacità di sfilarsi via dalle trappole senza rimanere imprigionata nel panico di queste.
La prima volta che assaggiò una mela, dono di un bell'albero iniziò a starnutire. Ne era golosa ma ogni volta succedeva che le faceva male. Essendone ghiotta però ogni tanto continuò a farlo.
I giorni trascorrevano felici nonostante i rischi.
Ma la Maledizione- quella che lei credeva tale- la costringeva una volta al mese,per tre giorni a diventare umana nella forma. Allora non le era più possibile seguire i cervi. Aveva terrore di quei momenti, odiava quel cambiamento e si nascondeva, digiunava e dentro di sè sperava di non perdere il branco di cervi che si allontanava senza di lei, sua madre cerva che bramiva chiamandola e non la riconosceva più.
Regolarmente però riusciva a tornare da loro.

Gli attacchi dei feroci umani erano sempre peggiori, c'era carestia fra la popolazione, la fame era tanta, la carne di cervo sfamava intere famiglie.
La freccia spuntò improvvisa dai rami. La maledizione la colpì proprio mentre doveva tornare a camminare su due gambe.
Invece che lei la freccia colpì sua mamma cerva al cuore e lei cadde, con gli occhi pieni di terrore e sorpresa, morta ancor prima di toccare terra.
Archanta si era accucciata nel mutare e non l'avevano vista farlo. Si scagliò contro i cacciatori, presa da un sentimento Nuovo.
Non era quello della sua natura primaria, docile e forte e maestoso.
Era la vile e grezza rabbia degli uomini che la prendeva.
Il cacciatore, che era un padre di famiglia vide quella bambina sporca di fango, senza uno straccio addosso da sola nel bosco e le afferrò la mano parlandole con voce gentile. La bambina si divincolava come impazzita, urlandogli contro frasi sconnesse sulla cerva e piangendo come se sputasse pezzetti di cuore.
Mosso a commozione provò a tenerla ma quella ogni volta gli sfuggiva.
Allora per aiutarla, suo malgrado fece delle corde con pezzi di stoffa e la legò al cavallo, cercando di interrogarla su come fosse finita lì e su cosa fossero i due ciondoli ma non riuscì a prenderglieli perchè si agitava troppo. Le giurò che non le avrebbe fatto del male.
Calò la sera e la portò con loro, per tenerla al sicuro dai lupi del bosco.
Quando il campo fu montato e il fuoco acceso si voltò per prenderle da mangiare un pezzo di carne secca dalla bisaccia.
Carne di cervo.
Fu troppo. Archanta decise che le corde si erano allentate abbastanza. Piegò e ruotò le mani e i polsi nelle corde, fino ad allentarle, strattonò forte, si ribellò e corse via, scappando dal cacciatore che nella sua mente era solo un assassino.

Da allora Archanta perse il branco, che era scappato troppo lontano.
Vagò in forma animale più che poteva, per luoghi strani e nuovi.
Alla fine, all'età di sette anni, raggiunse una terra oscura. Davanti ad essa c'erano le nebbie e più oltre dal lago il profumo della primavera e di una terra ricca delle meraviglie della natura.
Si nascose di nuovo in una barca e poco a poco fu pronta a scoprirne i segreti e la bellezza.

INDOLE PREVALENTE: ANIMALE


Allineamento: Neutrale/Buono

(il benefattore) E' l'allineamento migliore per chi vuole fare del bene senza avere pregiudizi e senza andare contro l'autorità. Il N/B sente l'impulso di aiutare gli altri, lavora volentieri con persone importanti senza comunque sentire alcun legame con questi.

Skill da bg: Artista della fuga lv.1.

Il perchè è raccontato nel bg, sia per la parte riguardante la storia con la mamma, quando riusciva a sfuggire dall'essere trattenuta, sia per la fuga dal cacciatore



Artista della fuga (3 livelli)

il possessore di tale skill sviluppa la capacità di liberarsi da vari tipi di impedimenti alla propria libertà di movimento, riuscendo così a compiere movimenti disarticolati per favorire il liberarsi ora da una presa avversaria ora da dei legacci. (non significa successo automatico nell’azione, quello dipende dalla descrizione delle azioni da parte dei pg. Semplicemente nel caso di una presa corpo a corpo, il confronto del livello della skill “combattimento disarmato” dell’aggressore con la skill “artista della fuga” dell’aggredito può dare al master una idea della familiarità dei pg con taluni movimenti, ma l’esito dipende sempre dalla descrizione delle azioni.

LIVELLO1 a questo livello il possessore della skill è all’inizio nell’apprendimento dell’arte del liberarsi tramite movimenti disarticolati: riesce a sottrarsi alla presa di un avversario (a parità di livello della skill combattimento disarmato) o a sciogliere nodi fatti con dei legacci improvvisati (lembi di tessuto, bende, stracci, ecc.)



Particolarità:
Il pg è Albino.


PG BAMBINA, ETà ATTUALE 7 ANNI

La Prima forma animale è: Cerva (al momento cerbiatta)


Il pg è goloso di frutta ma allergico alle mele.


Oggetti da bg:
Il pg ha due ciondoli, il cui valore è affettivo e legato alla madre, in uno c'è il proprio ritratto a 3 anni, in un altro quello di sua madre Aileen.



Aspetto Umano:




Pelle: chiarissima, colore pallido-bianco, come madreperla, con una traccia di azzurro sotto pelle (sono le vene)
Altezza: 1,30
Peso: 0,23
Occhi: grigio chiaro
Capelli: di un biondo platino vicino al bianco
Struttura: snella e magra, un pò troppo, anche se con le forme un pò corte di una bambina, abbastanza alta e slanciata.

Aspetto F.A.

1° Mutazione Cerva




Al momento è una giovane cerbiatta albina.
Ha la pelle, il muso, l'interno delle orecchie e gli zoccoli rosa. Anche gli occhi sono rosa. Ha il mantello bianchissimo e intenso.
La codina è molto mobile, le orecchie nevrili.
Le zampe sono sottili e lunghe, il corpo flessibile e snello.

Grazie a chi, caporazza o consigliere, lo prenderà in lettura [SM=x2061653]

[Modificato da =Archanta= 18/12/2011 19:51]





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