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Astralia [Indole Umana] [PG ESILIATO]

Ultimo Aggiornamento: 29/02/2016 22:35
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Sesso: Femminile
29/02/2016 22:35

..Astralia Johandottir..


BACKGROUND

.. Il mio passato ..

“Ci sono notti in cui la grandine ed il vento divelgono alberi e distruggono tutto ciò che incontrano, in cui il cielo è più scuro di un abisso, in cui i lampi a tratti accecano ed in cui i tuoni fanno trema-re anche le montagne. Ed è proprio con queste calamità, che inizia la mia storia.”





.. Parte Prima ..


 Decimo giorno di Ruis

“Un tempore mi avvolge, come un abbraccio. È buio, è buio pesto, sento dei rumori ovattati ed un sottofondo d’acqua. Poi qualcosa che mi tocca, che mi da una piccola bottarella. È in silenzio ora e non si muove. Probabilmente lo sta facendo apposta, perché sa che mi da fastidio quando fa finta di non essere lì, vicino a me. Sherlin, così ho sentito che si chiama, l’ho sentito dalla mamma, che spesso si rivolge a noi due con appellativi strani. Io dovrei essere Astralia, ma ancora non mi è chia-ro a cosa servano i nomi.”


 Sedicesimo giorno di Beth

“Sto stretta ormai qui dentro, spesso io e Sherlin ci accalchiamo, ritrovandoci con un piede o una mano dell’altra premuti sul viso. Sento la mamma dire che ormai il tempo è giunto, ma per cosa? Ho scoperto che c’è anche qualcun’altro che li fuori ci vuole bene, si chiama Papà. Mamma era tan-to felice, urlava di gioia perché lui era tornato. Sono curiosa, mi chiedo cosa ne sarà di me, anzi di noi. Rimarremo per sempre qui, in questo caldo laghetto buio?”


 Ventesimo giorno di Beth

“Vedo rosso tutto intorno a me, credo si chiami sangue. È la prima volta che lo vedo, ma di certo non sarà l’ultima, la sento, dentro di me, questa convinzione che cresce. Sherlin spinge forte, vuole uscire. Ed io scivolo via da quel rifugio che mi ha ospitato per tutto questo tempo insieme a lei. Sento freddo. E poi luce, finalmente la scopro, sono accecata, non vedo nulla, solo bianco, indistin-tamente.”


 Ventiduesimo giorno di Beth

“Ho visto per la prima volta con nitidezza il viso di mia madre, è bellissima, sembra un angelo. Il suo volto si irrigidisce solo quando piango, ma è l’unico modo che ho per attirare attenzione. Ma smetto subito appena vedo che perde la pazienza, perché mi dispiace farla arrabbiare, io le voglio bene. Papà credo sia partito di nuovo, non mi ricordo bene di lui, mi ha presa in braccio solo per qualche attimo ieri, ma la mia vista era ancora sfocata.”


 Primo giorno di Luis

“Mi manca Sherlin, abituata come ero a esserle sempre accanto. Ora la vedo di rado, giusto quando la mamma ci allatta al suo seno, poi tornano a dividerci. Tanta gente è venuta a vederci, è arrivata da molto lontano solo per noi, ci hanno portato dei doni. Dovremmo essere lusingate, ma sono sicu-ra che anche mia sorella, come me, odia quelle mani estranee che ci toccano. Non è piacevole quan-do ti strappano dalla tua culla, da quel tepore che ti riporta a credere di essere tornata nella pancia.”





.. Parte seconda ..

 Ventesimo giorno di Beth

“Il fresco della primavera, il caldo dell’estate, le piogge dell’autunno e di nuovo il freddo dell’inverno: è passato un anno da quando sono nata. Oggi è il nostro compleanno, siamo vestite con due abitini a quadretti rosa decorati con pizzi e fiocchi, sembriamo due bambole, ma siamo feli-ci. Mi hanno regalato molti giochi, tra cui una bambola di pezza. È solo mia, non la può toccare nessuno, tranne Sherlin ovviamente. L’ho chiamata Mel.”


 Quinto giorno di Nion

“Abbiamo un piccolo lettino che ci ospita tutte e due ora, così non mi sento più sola. Ho imparato un sacco di cose! Già so dire mam-ma e pa-pa, fa-me e pi-pi, anche se il nome di mia sorella pro-prio non mi riesce. Lei invece il mio lo pronuncia con un suono tipo stra-lia, ma è sempre meglio di nulla. Già siamo amiche, parliamo senza aprir bocca, ci capiamo benissimo senza dover fare sforzi. Quando la guardo è come se stessi allo specchio, per questo ora ci vestono sempre con colori diver-si, finirebbero per sbagliarsi anche loro altrimenti. Abbiamo una bambinaia, Elisabeth, io la chiamo Be-ba. Lei mi ha fatto muovere i primi passi, tenendomi per le manine. Papà è sempre in viaggio, lo vediamo poco e quando torna ci porta un sacco di cose belle.”






.. Parte terza ..

 Settimo giorno di Duir

“Il mio nome completo è Astralia Johandottir. Noi usiamo i patronimici, non i cognomi, me l’ha detto oggi Be-ba. Ancora la chiamo così, anche se adesso so parlare benissimo. Lo trovo bello come nomignolo e oltretutto ormai è pura abitudine. Per il mio ultimo compleanno, quello dei quattro an-ni, ho ricevuto un cavallo a dondolo, intarsiato con le mie iniziali: A.J.. L’ha portato papà Johan da una terra lontana, credo si chiami Persia. Lì mi ha raccontato che fa sempre caldo e che c’è il deser-to, una distesa di sabbia sconfinata. Ma io non ho mai visto nemmeno il mare, perlomeno non quel-lo dove ci si fa il bagno, dove c’è la spiaggia, se non in qualche disegno sui libri. Qui siamo in I-slanda, fa sempre freddissimo ed è tutto ghiacciato, in ogni periodo dell’anno.”


 Ventiquattresimo giorno di Coll

“E con Coll arrivano i raggi di sole, le belle giornate, seppur il clima rimane fresco. Papà, che fa parte dell’esercito del Mare del Nord, è appena tornato da una battaglia nei paesi Gallici. Ci ha por-tato in dono due aquiloni, uno per me e uno per mia sorella Sherlin. Ci divertiamo tantissimo, fa-cendoli alzare in volo, con l’aiuto della mamma. Insieme giochiamo per pomeriggi interni, senza mai annoiarci. Alla sera, quando dobbiamo andare a dormire nella nostra cameretta, cantiamo in-sieme a Be-ba la ninnananna che lei aveva inventato per noi quando eravamo piccole.”


 Secondo giorno di Muin

“Io e Sherlin siamo identiche, abbiamo preso qualcosa dalla mamma e poco o niente da papà. Siamo due bambine esili, magre, con lunghi capelli biondi. Ba-ba dice che si stanno scurendo, io spero di no, perché a me così piacciono molto. L’unica cosa che mi distingue da mia sorella sono i miei oc-chi, ne ho uno azzurro ed uno celeste chiarissimo, quasi grigio. Ieri sono venuti gli zii e io mi sono nascosta, cercando di non farmi trovare, non mi piace quando mi guardano insistentemente, soppe-sando quella mia diversità. Sherlin sapeva dove ero, ma ovviamente non ha detto nulla, io mi fido cecamente di lei. Non amo molto le visite dei parenti, anzi per niente, le trovo noiose. Ho sempre voglia di giocare e fare dispetti, mamma dice che sono una peste. Io non so cosa sia una “peste” ma quando lo dice mi metto a ridere e corro via allegra.”


 Diciottesimo giorno di Gort

“Oggi è venuto un signore con dei baffi lunghi lunghi e grigi, io non riuscivo a smettere di ridere, mi sembrava un folletto, lo trovavo tremendamente divertente. Mia madre, imbarazzata, si è scusata dicendo che ero una piccola malandrina di soli quattro anni, mentre io cercavo riparo dietro la sua gonna, per non farmi vedere mentre sghignazzavo ancora. Sherlin, come al solito, è stata la più dili-gente ed educata delle due, non scomponendosi nemmeno un po’, anche se io leggevo nei suoi oc-chi grandi che si stava trattenendo le risa. Quell’uomo anzianotto e stravagante sarebbe stato il no-stro maestro, colui che c’avrebbe istruito negli anni a venire, a partire da i primi di Beth, subito do-po il nostro quinto compleanno.”





.. Parte quarta ..

 Terzo giorno di Saille

“Odore di spezie, odore di libertà. Come tutte le domeniche andiamo al mercato insieme a Elisa-beth, la accompagniamo a fare la spesa, dato che ora possiamo aiutarla. Il vecchio soprannome Be-ba è andato perduto con il settimo compleanno ed ora che ho otto anni è solo un vecchio ricordo. Mi guardo intorno, perdendomi nei colori dei numerosi banchi. Gente che urla, gente che corre, gente che arriva. Una folla cammina intorno a me, mentre stringo la mano di Sherlin. La gente ci osserva, stupita dal fatto che siamo come due gocce d’acqua, indistinguibili. Improvvisamente sento una mano fredda tirarmi per il maglione, facendomi fermare, anche mia sorella è spaventata, immobile lì vicino a me. Una vecchietta siede su un piccolo sgabello in legno, malandato, troppo basso per il tavolino in ferro che ha di fronte, ci fissa, come scandagliando i nostri animi. È lei che mi ha tirato la manica, ne riconosco le mani vecchie e callose. Elisabeth intanto si allontana, senza accorgersi che noi non la stiamo più seguendo. Vuole leggermi la mano, ma Sherlin mi trascina via. Sento solo
queste parole: Voi siete figlie sbagliate.”


 Quindicesimo giorno di Saille

“Quelle parole ogni giorno si infrangono nella mia testa, senza sosta. Ho cercato di capirne il senso, ma alla fine mi sono rassegnata, era solo una povera vecchia che cercava di spaventarci. Non ho ri-tenuto di doverlo dire alla mamma, la quale ci ha anche messo in punizione perché Elisabeth le ha detto che ci eravamo attardate senza una buona ragione.”


 Quarto giorno di Uath

“La lezione oggi sembra senza fine, fisso il maestro, ma non lo ascolto. Spiega qualcosa di matema-tica ed io odio i numeri, mi stanno antipatici, troppo complicati e tutti terribilmente uguali. Mi chie-do quando riprenderà con italiano, quello si che mi interessa, mi coinvolge senza che io faccia nes-suno sforzo. Voi siete figlie sbagliate. Ancora quella maledetta frase nella mia mente, sempre pre-sente nei miei pensieri, come un tarlo che prende il sopravvento quando mi annoio.”

“Se l’odio spazza via ogni traccia d’amore allora l’adulterio annienta l’orgoglio di un uomo. Quell’uomo ferito che si trasforma in un mostro, distruggendo il suo passato, il suo presente ed il suo futuro. Ma la vita non è una favola, non esiste il lieto fine. Ed è proprio per questo, che la mia vita cambiò per sempre.”





.. Parte quinta ..

 Diciannovesimo giorno di Gort

“Sento Elisabeth che all’ingresso parla concitatamente con qualcuno che ha bussato, credo sia un uomo se il mio udito non mi tradisce. Sgattaiolo fuori dalla mia stanza, mi accosto al muro della cucina, sbircio la scena. È alto e biondo colui che è sull’uscio, ha il mio stesso taglio degli occhi, la mia stessa bocca. Ma la cosa più incredibile che mi colpisce sono le iridi bicolore, proprio come le mie. Non riesco a smettere di fissarle, incredula. Chiede di vedere mia madre con insistenza. Una mano mi tocca il fianco inaspet-tatamente, mi giro impaurita, è Sherlin. Troppo tardi, si sono accorti di noi, abbiamo fatto rumore, Elisabeth ci ordina di andare in camera con severità inusuale. L’uomo ci fissa per un attimo, ammu-tolendosi. Negli occhi di mia sorella balena la stessa curiosità che c’è nei miei per quel teatrino che sta avvenendo in casa nostra.”


 Quattordicesimo giorno di Pethboc

“Mamma è sempre triste da quel pomeriggio di quasi un mese fa, parla poco, mangia meno, è dima-grita. Porta un peso, le si legge negli occhi. Ho cercato di parlarci giorni fa, ma lei mi ha detto che andava tutto bene. Non le crediamo ovviamente, ne io ne Sherlin, a cui ho raccontato tutto. Abbia-mo quattordici anni e ormai intuiamo quando c’è qualcosa che non va, non siamo più due bambine. Papà tornerà a breve, fra meno di una settimana. Non lo vediamo da molto, sono felice di sapere che tra poco sarà qui.”


 Ventitreesimo giorno di Pethboc

“È tornato finalmente. Ci ha portato due fermagli con delle pietre luccicanti incastonate dal suo viaggio. Ci siamo vestite uguali oggi, io e mia sorella, per fargli un indovinello e vedere se ci a-vrebbe riconosciuto. Ma ormai, anche per la mamma, è impossibile distinguerci, siamo davvero u-guali in ogni cosa e questo un po’ spaventa anche me. Quando sono andata a dormire, ho sentito che litigavano, mia madre negava, ma non ho capito cosa.”


 Ventiquattresimo giorno di Pethboc

“Sento puzza di bruciato, sveglio immediatamente Sherlin. È impaurita, si vede dalla sua espressio-ne, credo abbia molta paura del fuoco. Mi affretto per il corridoio, spalanco la porta di Elisabeth, è vuota. Ora anche io sento un’ansia che cresce, in fondo allo stomaco. Il fumo si fa più denso quando raggiungo la cucina, non vedo nulla. Le fiamme divampano, inghiottono nel loro crepitio ogni cosa, il salone è distrutto. Grido, ma nessuno risponde. Non vedo mio padre, ne mia madre, siamo sole in quella casa che brucia. Corro in camera dei miei genitori, in preda alla paura più sconvolgente. Ed improvvisamente i miei occhi non vogliono vedere, sento le miei ginocchia crollare, ho le mani fra i capelli, non so dove sia o casa stia facendo mia sorella. Sono solamente disperata, mia madre, a meno di un metro da me, è accasciata sul pavimento, riversa in quella chiazza di sangue che tutta intorno a lei si allarga. Non la tocco, con la coda dell’occhio vedo la mia immagine nello specchio, ma non è nitida. Lo specchio è sporco. Sulla sua superficie una scritta, fatta con il sangue, il sangue di mia madre. Questo riporta: Voi siete figlie sbagliate, voi siete figlie adultere.”





.. Epilogo ..

 Sesto giorno di Ruis

“Il dolore mi ha trasformato, quell’atrocità che i miei occhi hanno visto mi ha annientato, il mio cuore si è ghiacciato. Non c’è più nulla dentro di me a parte l’odio. Quei sentimenti nobili che pro-vavo sono stati arsi dall’incendio, sono stati portati via da quella notte che l’alba ha cancellato. Non torneranno mai più, non in me, non in questo corpo. Provo amore solo per te, sorella adorata, che sei la mia unica compagna in questa vita fatta di crudeltà. Perché noi siamo l’errore, noi siamo la scintilla che ha fatto bruciare casa nostra, noi siamo le rinnegate, noi siamo le figlie sbagliate, noi siamo le figlie adultere.”

“Se mi chiamano sento l’eco di quello che ero, perché ora dentro me c’è la follia, c’è la morte. Ti coglie d’improvviso, senza che tu sia preparato. Se sei fortunato muore anche il tuo corpo, altri-menti, come me, devi conviverci, la senti ovunque, nelle tue vene, nei tuoi pensieri, nei tuoi occhi. Ed è qui che termina il mio passato, nelle fiamme della sofferenza.”




.. Il nuovo inizio ..

“Non tutti gli inizi parlano di gioia ed amore, alcuni parlano solo di odio, delusione e dolore. Per-ché la sorte può mostrarti la sua faccia più oscura, se tu sei destinato a soffrire. Ed evidentemente io ero predestinata a tutto questo, perché io sono una figlia sbagliata. ”

 Quattordicesimo giorno di Nion

“Tanto sto viaggiando, vagabondo in terre lontane dalla mia isola, forse per tenermi lontana da quell’incubo. Eppure quella notte vive dentro me, urlano e si divincolano la follia ed il dolore, inca-paci di razionalità alcuna. Quel vespro anche mia sorella ha portato con sé, lasciandomi solamente il suo ricordo. Ancora vivono i suoi occhi allegri nella mia mente, se solo potesse vedere come mi so-no ridotta, a guardare ogni cosa con disprezzo, ad aspettare la morte in silenzio, chiusa in questo gu-scio da angelo che davvero poco rispecchia il mio animo. Lei che ha sempre amato la vita, lei che ogni cosa apprezzava con entusiasmo.”


 Diciannovesimo giorno di Fearn

“ Ho visto il mare caldo e calmo per la prima volta oggi, non ghiacciato ed impetuoso come quello che conoscevo. È stato semplicemente meraviglioso! Ricordo quando cercarono di farmi immagina-re la sua bellezza, ma di certo non mi ci ero nemmeno lontanamente avvicinata, dal vivo è di una bellezza indescrivibile. Le onde che s’infrangono sul bagnasciuga lentamente sembrano pensieri che si plasmano nella tua mente, sono rimasta a guardare quello spettacolo in silenzio per ore. Mi chie-do se mia sorella abbia avuto modo di vederlo, davvero. Sono a sud della penisola Iberica ora, belle terre senza dubbio, queste. Ma non credo che rimarrò a lungo, tutti sono troppo ospitali e socievoli ed io ho solo voglia di cullarmi in disparte nella mia follia.”


 Primo giorno di Saille

“Ho conosciuto un uomo, un tipo strano, dall’aria misteriosa. Lui mi strappa un sorriso ogni tanto, o almeno ciò che resta di quel gesto che non più mi appartiene. Non so dire se mi piace, non so quello che provo per lui, sono confusa, molto confusa. Mi ha chiesto perché vagavo da sola, senza meta. Mi ha domandato se avevo paura..ma io non sapevo rispondergli. Da sola mi sento al sicuro, mi sento a casa in quella steppa arida che ormai è il mio animo. Mi ha offerto di insegnarmi a combat-tere, così che almeno possa difendermi..”per sicurezza” come dice lui. Infondo non ha torto, per questo ho accettato.”


 Settimo giorno di Saille

“Mi ha regalato un tirapugni e un pugnale, li ha definiti omaggi da parte del maestro. Non finirà mai di sorprendermi Nuer! Oggi abbiamo fatto la prima “lezione”, mi ha insegnato a sferrare un cazzot-to. Mi ha detto di stringere bene la mascherina di metallo, ripiegando le dita strette nel pugno, per evitare di rompermele nell’impatto. Devo portare l’avambraccio all’altezza dell’orecchio, caricare dietro e darmi lo slancio con la spalla; mi ha anche detto di tener alta la mancina, come difesa, l’ha chiamata guardia. A dir il vero non avevo mai provato prima, non sono una che ama attaccare bri-ghe inutili, odio le risse con pretesti futili, le trovo inutili.”


 Decimo giorno di Saille

“Seconda lezione, dunque, è tempo di imparare ad usare le armi vere e proprie. Mi ha messo in ma-no il pugnale, mi ha incitato a seguire il mio istinto, lasciandomi trasportare dalle sensazioni. L’odio scalpitava, la rabbia bolliva rumorosa! Quasi esortavano quella violenza, mi chiedevano di coninua-re….Mi ha corretto alcune cose, come la posizione dei piedi, che deve essere leggermente divarica-ta, mi ha detto che quando si è in un corpo a corpo devo essere reattiva con i piedi, devo essere sfuggente. Una mossa e ti ritiri, così mi ha detto. Dopo aver lanciato la pugnalata devo arretrare, co-sì anche dopo aver sferrato un cazzotto, serve ad evitare contrattacchi. Non sono malaccio, davve-ro.”


 Ventunesimo giorno di Saille

“Oggi ero in una bettola zozza, affollata di uomini che sembravano tutto meno che tranquilli, tipi loschi, gente rozza insomma. Ero con Nuer, quando un tizio mi ha lanciato occhiate evidentemente insistenti, depravate. Il mio maestro era geloso, l’ha guardato storto e l’uomo s’è alzato minaccian-dolo, decisamente ubriaco. Gli ha puntato il coltello alla gola, dicendogli che lui avrebbe pagato per abusare di me, una scena raccapricciante. Io ero in disparte, nessuno mi considerava, seppur fossi io il motivo del caos che si era creato. Loro mi valutavano solo come una bambina, una stupida quin-dicenne impotente. Nuer era in difficoltà, ma è stato soprattutto il mio orgoglio a spingermi alla vio-lenza, facendomi alzare, in un batter d’occhio e piantare il coltello nella schiena a quel folle. È stato un attimo, un secondo nel quale ho visto il sangue correre sulla mia lama e per la prima volta da quando vidi mia madre morta, provai piacere. Fu quel giorno che cominciai ad amare la morte.”


“Quella fu l’ultima notte in cui vidi Nuer. Scappai, anche da lui, come tutt’ora scappo dalla vita, inseguo la morte ma tutte le volte mi sfugge per un pelo. Ed è vagabondando senza meta che ho trovato questa terra avvolta fra le nebbie, questa terra che si chiama Avalon. ”

 ..Astralia Johandottir.. 


***************************************


ASPETTO DELLA FORMA UMANA

Capelli: bionda
Occhi: occhi eteroctomi (uno azzurro e l'altro celeste chiarissimo/quasi grigio)
Altezza: 1,64 m
Peso: 48 Kg.
età: 16 anni
provenienza: islanda
allineamento: Legale/Malvagio
Ulteriori particolarità: demofobica (paura della folla) e leggermente idrofobica

****************************************


Skill:
SKILL ESPERIENZA ARMI DA RISSA LIV 1
SKILL AGILITA' LIV 1


DESCRIZIONE FISICA: Presente
ALLINEAMENTO: Presente
TERRE DI ORIGINE: Presente




La mutazione:

Primo Animale in cui si trasforma: Gatto


Razza Korat/Pelo corto

Peso: 3 kg
Altezza: 20 cm
Occhi: Grandi e a mandorla. [eterocromi: dx giallo sx azzurro]
Manto: lucido, fine come il raso, aderente perchè privo di sottopelo. [nero con riflessi bluastri]
Corporatura: media, portamento elegante e flessuoso.

Carattere: In linea generale ha un carattere molto forte. Un gatto senza paura, un gatto che quasi mette a disagio con alcuni suoi atteggiamenti. È molto indipendente, e non ama condizionamenti o imposizioni. Ma è anche e soprattutto un gatto estremamente giocherellone, anche da adulto o avanti con l'età, e molto furbo e ama da impazzire fare scherzi e trabocchetti sia ad altri animali che alle persone. Vivace e chiacchierone ma non assillante, è molto facile da capire quando vuole una cosa: i suoi vocalizzi e le sue posture sono estremamente eloquenti.



Caratteristiche di CLASSE GATTO --- Giovane ---

BONUS

Metri percorribili in un round: giovane 7, adulto 8, veterano 8
Resistenza magica : giovane n/n, adulto n/n, veterano n/n
Contorsionismo: Capacità di adattarsi a passare in pertugi molto stretti o a stare in piccoli nascondigli.
Equilibrio: riescono a camminare su superfici anche molto strette o ripide (passare su ringhiere, arrampicarsi sugli alberi). Inoltre hanno ottime probabilità di cadere in piedi.
Visione Crepuscolare : giovane +1, adulto +1, veterano +1 (ma anche al buio non vanno a sbattere addosso a oggetti vari o pareti)
Sensi sviluppati : giovane udito, vista, olfatto; adulto udito, vista, olfatto, veterano udito, vista, olfatto
Bonus taglia : giovane +1, adulto +1, veterano +1
Skill fisiche di Base: resistenza 0, potenza -1, agilità +2




MALUS

-Non parlano
-Non manipolano oggetti o impugnano armi,
-Non possono effettuare azioni complesse dove sono necessariamente richieste le "mani"
-Diffidenza generale verso esseri non ben conosciuti..Ovvero non accetta facilmente cibo da sconosciuti. Ma è contrastata da una spiccata curiosità che può portare a trovarsi in pericolo
-Se solo subiscono un torto da un bipede o da un’altra creatura, si mostreranno verso di questa irrequieti, spaventati, non ci stringeranno più rapporti
-Vivacità: sono particolarmente attratti da oggetti sferici, o da oggetti a punta.
-Forte avversione per l’acqua



Indole: Umana

Karma all'atto del cambio: 800
Karma attuale: 4019
Karma da Animorphs: 3219
Ultima skill chiesta a karma: 3000
[Modificato da Samor1 14/03/2010 12:37]




MASTER DESCRITTIVO DEITHWEN


)O(


Che era morta. Le dissero che era morta...
Che nell'alba l'avevano vista galleggiare. Come un cigno.



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