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Hagall [Indole Umana] PG ASSENTE

Ultimo Aggiornamento: 29/02/2016 22:53
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05/01/2011 21:42

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{ La Nascita }



Non sarebbe sopravvissuta al parto, il travaglio durava da troppo e lei era sempre stata debole.
La Sciamana scosse il capo e lasciò la capanna per raggiungere una grande roccia poco distante. Era una serata fredda, il sole stava quasi per tramontare. Il sacchetto che aveva al fianco ciondolava ad ogni passo, come ritmando la danza dell’anziana donna. Questa si sedette nell’erba umida, le ginocchia flesse erano interamente celate dalle gonne colorate sovrapposte l’una sull’altra per proteggerla dal freddo.
Poiché era mancina usò la destra per prendere una Runa dal sacchetto in panno. La strinse nella mano, pose mentalmente la propria domanda e la ripeté tre volte prima di cominciare ad agitare il pugno chiuso. Una fogliolina portata dal vento le si posò fra i capelli grigi, inanellati e decorati da treccioline sparse e pezzetti di legno tinto.
Finalmente la mano della Sciamana si aprì, lasciando cadere la Runa sulla roccia chiara. Era coperta.
Un grido fu strappato dal vento dalla capanna alle sue spalle, stava partorendo, finalmente.
Le dita rugose e lunghissime s’avvicinarono lente alla Runa e la voltarono piano, lasciandola con una carezza.
Perthro.
Il Velo Del Fato. La vecchia la guardò ancora per qualche istante prima di ripassarne mentalmente il significato. Poteri Occulti…Abilità Occulte…Rinascita…Iniziazione…Buona Fortuna.
La bocca della donna si aprì in uno sdentato sorriso buio, profondo, quasi come se nella sua gola vi fosse la notte stessa.
Rimise frettolosamente la Runa fra le altre, si alzò, e corse ridendo nella capanna.

La partoriente era morta. Madida di sudore giaceva inerme sul tavolo di pietra. Una sua mano pendeva dal bordo del rigido giaciglio, l’altra era ancora posata sul ventre rigonfio. La Sciamana non guardò neanche, continuava a ridere e urlava parole in lingua arcaica. Le altre vecchie presenti nella capanna la guardarono prive d’interesse. Due di loro si stavano occupando di una neonata. Della neonata. L’avevano messa su una lastra di pietra e mentre una la teneva, l’altra le aveva posato il filo della lama di un pugnale sulla gola.
La Sciamana si avvicinò a loro ancora ridendo e scuotendo la man destra come a volerle fermare. Prese il coltello dalla mano della vecchia e lo usò per ferirsi la lingua. Le vecchie presenti la guardarono attente mentre lei leccava la pancia della piccola tingendola di rosso.
L’aveva battezzata come sua.
Le donne della capanna caddero in ginocchio e presero a battersi la man destra nel ventre e la mancina nel petto. Gridavano e piangevano in una lingua dimenticata, elevavano il loro lamento di sventura.

Sciagura infatti portavano i figli dei morti. E quella neonata lo era. Era nata uccidendo la propria madre, era figlia d’una morta. Eppure la Sciamana sapeva ciò che faceva e, infilatasi in bocca delle foglie, prese la piccola fra le mani per avvolgerla in una delle gonne. La portò fuori al freddo, sapeva che sarebbe sopravvissuta. La condusse dove pocanzi avea chiesto del suo destino, l’assicurò al proprio grembo ed infine tirò fuori nuovamente il sacchetto delle Rune. Con la man destra ne estrasse una. Anche stavolta pose mentalmente una domanda, anche stavolta agitò il pugno ripetendo il quesito tre volte, anche stavolta aprì la mano lasciando scivolare la Runa sulla Roccia.

La Runa cadde con l’incisione verso l’alto, era dritta ed era Hagalaz.
Hagalaz. Il Ghiaccio. Il quinto elemento. Il significato più profondo non le interessava, non ora. La piccola cominciò a piangere e la Sciamana le carezzò la fronte. La sua lingua era ferita e non poteva parlare, ma il suo nome era stato scelto. Il Fato l’aveva scelto. Hagall. Le vecchie uscirono dalla capanna proprio in quel momento e le si avvicinarono. Ognuna di loro scosse il capo e si strappò tre capelli. La più anziana unì quei fili d’argento e di neve e li appese alla tenda della Capanna delle Sagge. Così che tutto il villaggio sapesse.
Una Figlia dei Morti era Nata e non era stata uccisa ma Scelta da una di loro. Dalla Sciamana.




{ I Primi Anni }



Ci vollero tre anni perché la lingua della Sciamana guarisse completamente e lei potesse parlare. In tutto quel tempo Hagall le era stata accanto come una figlia, ignara tuttavia del suo Destino. La vecchia poté finalmente preparare tutto per la partenza. La bambina non parlava ancora, nessuno aveva potuto insegnarglielo, ma l’anziana donna sapeva che avrebbe appreso in fretta. Così era scritto, così era inciso. Hagall aveva la carnagione abbronzata, come se la Terra stessa vi avesse sparso sopra un po’ della sua polvere. Il Sole invece s’era occupato dei suoi ricci capelli, la Notte dei suoi occhi. La Sciamana non la vestiva ancora, ma prese a farlo lo stesso giorno che cominciò lei stessa a parlare, per prepararla per il viaggio. Com’era bella la piccola adornata e cinta da pelli scure e chiare, con i capelli sciolti e ribelli, chiari come il grano. Di tanto in tanto la vecchia le disegnava le mani con l’Henna, una polvere colorata che veniva usata anche per tingere i capelli.
Passarono due anni.
Hagall ora sapeva parlare sia in lingua comune che in lingua antica. Ma questo non le era concesso sempre. Doveva sapere lei quando risvegliare l’arcaico verbo.

La Sciamana, quando la piccola compì cinque anni, comprese che il tempo era giunto, e, preso il necessario, abbandonò il villaggio in una notte senza Luna, così che l’occhio del cielo fosse spento e non potesse seguirle. Mano nella mano la Vecchia e la Bambina si lasciarono alle spalle quel cumulo ordinato di capanne, seguendo un sentiero immaginario, ben tracciato nella mente dell’Anziana. Camminarono per tutta la notte, e per tutti i quattro giorni che seguirono, fermandosi di tanto in tanto per mangiare e ringraziare la Madre Terra per il cibo che permetteva loro di trovare. Una volta raggiunta una radura naturale nel centro del bosco, la donna fermò la piccola: - Siamo Giunte! – le sussurrò senza guardarla, ma conducendola verso il centro della radura, per farla qui sedere. Per cinque giorni s’erano nutrite solo di bacche e frutti ed avevano bevuto acqua piovana chiusa in borraccette di legno, una delle poche cose che la Sciamana aveva portato con sé dal villaggio. Hagall era vistosamente dimagrita e debole, eppure non chiedeva mai spiegazioni, non protestava né si lamentava.
- Tornerò fra qualche ora, non muoverti – aggiunse poco prima di lasciarla sola, scomparendo fra la vegetazione. Come promesso, dopo alcune ore fece ritorno con una delle gonne ripiegata e tenuta con le mani, come culla per qualcosa. Le ci vollero pochi passi per dissipare la distanza che la separava dalla bambina, davanti alla quale si sedette in silenzio. Nella gonna, oltre ad erbe d’ogni sorta, teneva delle pietre. La più grande la posò accanto a sé, sistemandola in modo che non traballasse, poi intorno a questa mise le erbe in un ordine apparentemente casuale. – Questo è Basilico – esclamò la vecchia guardando la bambina e mostrandole delle foglie ancora verdi. Dopo averle posate sulla pietra più grande iniziò a pestarle con quella più piccola, in modo da ridurle in briciole. Hagall seguiva la scena con vivo interesse, ed i suoi occhi s’illuminarono al riflesso della fiammella che la Sciamana fece nascere davanti a lei, sfregando due pietre scure. Il Basilico tritato si accartocciava nel fuoco e di li a poco si sparse nell’aria un buonissimo profumo. – Inspira! Inspira! – la intimò la donna facendo ampi gesti con le mani per indirizzarle i fumi di quell’improbabile incenso. Mentre la piccola si lasciava attraversare da quell’inebriante fragranza, la Sciamana mormorava un lamento sommesso, dondolando di lato con un ritmo cadenzato. Passarono pochi minuti che l’incenso andò scemando a poco a poco sino a svanire del tutto. Ad Hagall girava la testa ma quando lo disse alla vecchia questa non le rispose.
Ripeterono l’operazione altre tre volte, facendo delle pause di due ore. Quando il sole tramontò la Sciamana improvvisò un braciere con pietre e legnetti, e vi mise a bollire dell’acqua, in una ciotola di rame. Quando la superficie del cristallino elemento prese ad incresparsi, ella vi lasciò cadere dentro della cannella sbriciolata, che sminuzzava sfregandola fra le mani. Hagall era troppo stanca per potersi avvicinare e chiedere cosa stesse facendo, ma la vecchia le fece cenno di venirle accanto. La bambina scosse la testa e si lasciò cadere sdraiata, intenzionata a dormire, ma qualcosa la strattonò e la condusse accanto al fuoco – Cannella! Un infuso con questa erba serve a liberare la mente, a risvegliare la Vista – mentre diceva queste parole, la donna spense il fuoco e coprì la ciotolina di rame con un panno. – E il Fumo di prima a che serviva? – chiese distrattamente la piccola. – Incenso! Era incenso! L’incenso di Basilico serve a Purificare, per far si che gli Spiriti trovino la via, e a Proteggere, per far si che essi non violino la tua Essenza – mentre Hagall apriva la bocca per chiedere cosa intendesse, la vecchia la fece tacere posandosi un dito sulle labbra. – Bevi questo! – aggiunse infine, dopo aver filtrato l’infuso in una ciotola chiara. La bambina ubbidì e quando ebbe bevuto anche l’ultima goccia la Sciamana le carezzò i capelli biondi e l’aiutò a coricarsi in modo da farle posare il capo sul proprio grembo.



{ La Chiamata }



La bambina si addormentò subito, ma questo non stupì la Sciamana che ben sapeva quanto fosse stanca e provata. Le sue dita s’intrecciavano nei ricci d’oro della piccola, che dopo qualche ora prese a sudare. La Vecchia annuì seria e cominciò una nenia appena percettibile, che le volava dalle labbra e s’andava ad incanalare nelle percezioni di Hagall. La bambina muoveva a scatti le dita delle mani e dei piedi, irrigidendo il corpo come in preda a convulsioni molto lente. Lo spettacolo era orribile, boccoli di sabbia sparsi nel grembo della Sciamana e nell’erba. La terra che si mischiava con le stoffe di cui la piccola era vestita, macchiandole la pelle e sporcandole le unghie. Fu allora che la donna prese due pietre per batterle l’una contro l’altra, producendo un rumore sordo, un ritmo arcano, che s’andava alternando ed incatenando con la voce della vecchia e lo sfregar delle gambe di Hagall nel suolo. Gli Spiriti non comprendono la lingua dei mortali, ma sanno riconoscere i suoni ed i canti rituali. Il Rituale durò tutta la notte, e la Vecchia, stremata, si lasciò cadere all’indietro, addormentandosi sullo spuntar dell’alba. Entrambe dormirono fino a pomeriggio inoltrato, per poi svegliarsi insieme, ed abbracciarsi. Hagall raccontò uno strano sogno alla Sciamana.
- Ero sdraiata su una roccia bianca, al centro di un lago. Quando mi svegliai e mi misi a sedere, il giorno lasciò il posto alla notte, una notte piena di stelle ma senza luna. Improvvisamente le stelle caddero tutte insieme, per fermare la loro discesa proprio sopra la mia testa. Io non capivo, ma non avevo paura. Sapevo ciò che avrebbero fatto prima ancora che lo facessero, perciò non mi stupii quando le vidi unirsi in un vortice dai colori scuri, colori che non avevo mai visto! Il vortice perse a roteare…e mentre roteava scendeva. In breve mi avvolse e mi sussurrò qualcosa – la Sciamana ascoltava in silenzio, respirando piano. Era stremata ma lo mascherava bene, la piccola doveva parlare senza tralasciare niente e lei non poteva certo distrarla con inutili preoccupazioni. – Ricordi cosa ti dissero? – chiese infine, sfiorandole la mano. – Chi? Le stelle? – chiese ingenuamente la bambina, chinando il capino di lato. Sembrava fresca come una rosa, come se la notte appena trascorsa non l’avesse provata minimamente. – No, non erano stelle, erano Spiriti. Ricordi cosa ti dissero? – ripeté la Sciamana scuotendo il capo con pazienza. – Mi parlarono in lingua arcaica…mi chiamarono Figlia dei Morti. Perché? – era confusa, e spaventata. – Va avanti – la incalzò la vecchia ignorando le sensazioni che si palesavano sul viso della piccola. – Figlia dei Morti, il tuo Destino è scritto da tempo. Noi ti Chiamiamo! Accetti? – la vecchia la interruppe chiedendole impaziente – Che hai risposto Hagall? – alla bambina non piacevano tutte quelle domande, ma voleva bene alla Sciamana e si fidava di lei, perciò deglutì e in un sussurro concluse – Ho accettato. Ma non so cosa! Non so perché! So solo, che dovevo accettare! -. Nessuna la risposta della donna per un istante che parve interminabile. Solamente un sorriso. Un sorriso sdentato e profondo. Lo stesso del giorno della nascita di Hagall. Quando le Rune le salvarono la vita.
- E’ giunto il momento. Rimettiamoci in viaggio – sentenziò l’anziana alzandosi e riponendo in una sacca erbe, ciotole e borraccette.

Il viaggio di ritornò sembrò più breve di quello d’andata, nonostante il percorso fosse uguale. Giunsero al villaggio una mattina in cui il cielo era nuvoloso ed il vento freddo. Le Sagge accorsero scuotendo il capo e lamentandosi. Gli abitanti delle capanne le seguirono e le imitarono. Ma alla Sciamana bastò alzare le mani ed incrociarle sopra la propria testa per farli tacere tutti. Prese la bambina e la voltò, così che desse le spalle ai presenti, e, senza dire una parola, le scoprì la schiena. Alla base di questa, proprio alla fine del solco fra le scapole, un simbolo era tatuato. Un pentacolo.
La folla mormorò sommessamente, per poi esplodere in elogi e canti festosi. Hagall non ne conosceva il motivo, ancora. Ma loro si. Loro sapevano cosa significava quel marchio, solitamente lasciato dagli Spiriti dopo la Chiamata.
- La Madre Terra ti ha scelta come sua custode. Gli spiriti, come loro guida. – le sussurrò all’orecchio la vecchia, prima di prenderla per mano e condurla nella capanna delle Sagge. Ogni cosa andava preparata.



{ Il Viaggio }


Passò un altro anno. Le Sagge lo usarono interamente per i preparativi. Ora tutto era stato disposto. Al centro del villaggio c’era uno spiazzo erboso in cui gli abitanti solevano fare falò e celebrare ogni festa e rituale. Questa notte, nello stesso luogo, avrebbe avuto inizio il “Viaggio” di Hagall. Così gli Sciamani definiscono la transizione spirituale in cui la loro Essenza trascende il Velo e si va trasferendo, momentaneamente, nella dimensione delle anime.
Per l’occasione Hagall, che ora aveva sei anni, fu svestita di stoffe ma coperta di Henna. Ogni singolo lembo della sua pelle era stato colorato, tinto, disegnato. Simboli arcani le decoravano tutto il corpo di bambina. Le forme erano ancora acerbe, ma ogni sua curva lasciava intendere che si sarebbe fatta presto donna. Al calar del sole la fecero sedere davanti ad un fuoco acceso, e la Sciamana le sussurrò tingendole le guance – Questa sarà la Luce che guiderà il tuo ritorno – la piccola annuì. Ora sapeva ogni cosa, poiché tutto l’anno precedente l’aveva passato a prepararsi per questo giorno. Per questo Viaggio Spirituale. La Vecchia si allontanò e accese i bracieri con gli incensi, muovendosi in senso orario e soffermandosi su ogni punto cardinale. Altri bracieri furono portati e sistemati dove la Sciamana si fermava. Uno a Nord, uno ad est, uno a Sud ed uno a Ovest. Questo serviva a cacciare gli spiriti malvagi, in modo che ogni partecipante al rito fosse al sicuro. La Sciamana e le Sagge abbandonarono il Cerchio, in modo da lasciare la bambina sola. Un ragazzo del Villaggio si fece avanti e cominciò a percuotere un tamburo di pelle proprio alle spalle di Hagall. Questa chiuse gli occhi e cominciò a ciondolare la testa seguendo il ritmo. Lentamente si alzò e, mentre il giovane le andava dietro suonando, lei cominciò a danzare girando attorno al fuoco in senso antiorario. Movimenti veloci e scattanti, perfettamente uniti all’incalzante ritmo del tamburo. Nel frattempo gli abitanti del villaggio sedevano intorno, a qualche metro di distanza, come numerosi spettatori silenti. Ombre erano ed ombre restavano. La bambina non poteva vederli, non doveva guardarli. Il buio si stendeva su di loro come a proteggerli, mentre Hagall si preparava ad accogliere in sé l’Animale Guida.
Fu un rumore sordo quello che seguì la caduta in ginocchio della bambina. Le sue braccia si tesero in avanti, verso le fiamme, per poi andare a lambire la terra con i palmi. Il capo chino le permetteva di toccare il petto col mento, la sua chioma celava la sua espressione. Ad alcuni parve per un momento, che il fumo dei bracieri si mischiasse a quello del falò per prendere poi la forma di un pentacolo. La schiena della piccola era ricurva e il simbolo in fondo a questa aveva cambiato colore. Improvvisamente il pentacolo di fumo si dissolse per lasciar posto ad un Lupo etereo. Il suo pelo era completamente nero e luccicava alla luce delle fiamme mentre si avvicinava correndo alla bambina. Nessuno si mosse. Non era un lupo vero, era di Fumo, e scomparve appena toccò col muso il simbolo che Hagall portava nella schiena.
Dunque il suo Animale Guida era un Lupo, un Lupo Nero.

Hagall si accasciò al suolo come morta, ma in realtà era in trance. E nella sua mente assuefatta dai fumi e dalle erbe che le fecero mangiare prima del rito, si disegnarono i contorni d’un sogno. Era in mezzo ad una radura in fiamme, ma il fuoco, pur toccandola, non la bruciava. Lei camminava, quando improvvisamente si sentì sempre più bassa, sempre più vicina alla terra…Era mutata in un Lupo Nero, e si muoveva come se avesse una meta precisa. Ai lati della radura, dietro ogni fiamma, si celavano spiriti e altri Sciamani, vi era anche la Vecchia che l’aveva cresciuta. Fu lei la prima a farsi avanti. Si trasformò in un’aquila e l’attaccò con gli artigli tesi. Hagall, il Lupo, digrignò i denti e le saltò addosso, scaraventando la Sciamana, l’Aquila, fra le fiamme.
Il crepitio che ne derivò non distrasse la bambina, ora intenta a schivare il sinuoso fluttuare di uno spirito, e poi di un altro e di un altro ancora. Durante il Viaggio incontrò altri Sciamani, altri Spiriti, altri animali. Li sconfisse uno per uno, raggiungendo vincitrice una sorgente di acqua purissima. Seduta sul bordo della Fonte v’era una donna, il cui volto era celato da un Velo scuro. Non le parlò, e scomparve subito dopo, ma Hagall sentì di doverla seguire.

Si svegliò il giorno dopo nel proprio giaciglio, nella capanna dei Morti. Era sola, ma come se l’avesse chiamata la Sciamana entrò scostando la tenda – Ben Tornata – le sussurrò porgendole da bere. Hagall era confusa, e la sua espressione doveva esserlo altrettanto, poiché la Vecchia le si sedette accanto e prese a parlare senza guardarla. – Il Tuo Animale Guida è un Lupo. Il suo pelo è folto e scuro come il grembo della notte. La tua essenza appartiene ad un animale forte. Ricordati di onorarlo sempre. – la piccola si mise a sedere e si accorse di non avere ancora i vestiti addosso, ma la sua pelle era pulita e profumava di cannella. – Devo andare… - esclamò in un sospiro stanco. – Se è questo che gli Spiriti vogliono da te, Figlia Mia, allora si, devi. – una breve pausa le concedette di prenderle la ciotola di mano ed aiutarla a bere le ultime gocce – Ma non ora. Prima devo insegnarti. – la Sciamana si alzò e andò a posare la ciotola vuota per terra, accanto all’ingresso, - Insegnarmi cosa? – chiese Hagall curiosa. – Insegnarti ad essere ciò che sei, una Sciamana, Guida degli Spiriti e Custode del Velo che trascende questo mondo e si collega all’altro. -. La bambina annuì seria e prese per mano la donna. Insieme uscirono dalla capanna e al villaggio vi furono festeggiamenti per giorni e giorni.



{ Divinazione }



Erano sole nella capanna della Sciamana, sedute per terra, una accanto all’altra, quando la vecchia rovesciò davanti a loro il sacchetto contenente le Rune. Le dispose ordinatamente in tre file. - Futhark – esclamò passando il palmo aperto a indicarle tutte. – È un alfabeto molto antico - aggiunse prima di spostare il dito rugoso sulla prima fila – Queste sono le Rune di Freyr… -. Hagall annuì silenziosa, posando i gomiti sul punto in cui le proprie gambe s’incrociavano. – Le Rune di Tyr… - continuò la Sciamana passando direttamente alla terza fila. – E quelle? – chiese curiosa la bambina, alludendo alla fila centrale, la seconda. La vecchia la guardò sorridendo per qualche istante, prima di passare l’indice sulla fila indicata dalla piccola – Queste sono le Rune di Hagall… - rispose annuendo – proprio una di loro mi ha detto il tuo nome Figlia Mia – e così dicendo prese delicatamente fra le mani una Runa di quella fila per porgerla alla bambina – Questa è Hagalaz – aggiunse lasciandogliela sul palmo. – Che significa? – chiese lei osservandola attentamente. – Rappresenta il Quinto Elemento: il Ghiaccio…è legata all’essenza dell’Universo….Tuttavia, essa nella tradizione runica rappresenta il Caos, il cambiamento… - senza darle il tempo di guardarla oltre, la vecchia le prese la runa di mano per riporla con le altre, e mettere al suo posto, sul palmo di Hagall, un’altra pietra. – Perthro…È grazie a questa Runa che tu sei viva… - le spiegò la Sciamana. Le spiegò questo ed altro…le insegnò l’uso delle Rune, il significato di ognuna di esse…e per questo insegnamento ci volle un anno. Hagall aveva 7 anni quando, una sera, la Sciamana le pose innanzi candele d’ogni colore. Erano tutte spente, ma i loro colori sembravano brillare da sé, tanto erano belli. La bambina le toccò una per una, prendendole e passandole a filo sotto il naso. Profumavano di cera fresca, e lei lo adorava. – Ognuna di loro ha una funzione sai? – chiese la Sciamana posandole una mano sul capo biondo. Le insegnò anche questo. L’uso di ogni singola candela. Le insegnò a leggere nelle interiora degli animali…ad incidere loro la carne in modo esatto e preciso, senza ledere organi utili alla Visione. Passarono così altri due anni, e quando Hagall ne ebbe compiuti 9 la Sciamana le tinse i capelli con l’Henna. Una volta che la bambina ebbe imparato a farlo da sola, era raro che le sue mani fossero pulite. Amava infatti decorarle con quella polverina scura. Fra natura, Divinazione ed altri insegnamenti, Hagall compì il suo decimo anno di vita, lo stesso anno in cui la Sciamana si ammalò.




{ L’Addio }



La Sciamana giaceva nel letto sepolta da coperte pesanti che sembrava la schiacciassero tanto era smagrita e pallida. Eppure tremava, tremava per il freddo, tremava da giorni, da mesi. Hagall le stava sempre accanto, non sapeva come aiutarla, nonostante si desse comunque da fare. Aveva decorato la capanna con candele nere, in modo che queste assorbissero ogni energia negativa. Intorno al letto, invece, aveva posto candele arancioni, in modo da agevolare la guarigione della vecchia. Di tanto in tanto la bambina, troppo piccola per comprendere la Morte, ma già abbastanza grande per gli insegnamenti ricevuti, si soffermava a pensare che poteva essere uno spirito la causa della malattia della donna. Eppure qualsiasi rituale di esorcismo non aveva funzionato, nonostante lei fosse la Custode degli Spiriti. La Sciamana cominciò a migliorare alla fine di quello stesso anno, ma per i due anni che seguirono riusciva di rado e con enormi difficoltà ad alzarsi dal letto. Ora che Hagall aveva 13 anni, l’anziana donna, eletta Saggia del Consiglio nel frattempo, la chiamò a sé una sera. – Io non posso insegnarti più niente Figlia Mia – esordì facendola sdraiare fra le sue braccia. – E tu non puoi più rimandare…Devi partire, fin troppo tempo è passato dalla Chiamata. – La bambina balzò a sedere scuotendo il capo biondo con gli occhi umidi – Non posso lasciarti, non così! – esclamò arrossendo di rabbia. – Non sta a te decidere Hagall! Devi andare, gli Spiriti sono in collera! – la Sciamana mentiva, sapeva che era semplicemente la vecchiaia a provarla così tanto, ma doveva far credere alla bambina che il motivo fosse un altro. – Sei ancora qui, al villaggio, e gli Spiriti se la stanno prendendo con me! Devi partire, solo così avrò salva la vita! – mentì con più convinzione la donna. Hagall annuì asciugandosi una lacrima fuggitiva. – Va bene! – esclamò soltanto, prima di uscire dalla capanna.
Dopo qualche giorno tutto era predisposto per la partenza – Va’ Figlia mia, cammina e viaggia, saprai con certezza il momento di fermarti. Che gli Spiriti ti guidino – la salutò la Sciamana – Tornerò! – le sussurrò la bambina in risposta, abbracciandola. – Non fare promesse che non puoi mantenere bambina mia…Non sta a te deciderlo. – e così dicendo chiuse gli occhi, fingendo di addormentarsi. Hagall le schioccò una bacio sulla fronte e partì, diretta ovunque il suo Spirito l’avrebbe condotta.


SKILL POSSEDUTE:
SKILL CONOSCENZE ARCANE LIV 1
SKILL CONOSCENZE RELIGIOSE LIV.3
SKILL VOLONTA' FERREA LIV. 3
SKILL EMPATIA LIV. 2
SKILL EMPATIA LIV 3
SKILL AGILITà LIV 1
SKILL ARMI DA GUERRA LEGGERE LIV 1


ASPETTO FORMA UMANA:
Capelli: Biondi, lunghi e leggermente mossi
Occhi: Color dell'Ambra
Pelle: Ambrata
Altezza: 1,70 m
Peso:50 Kg

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La mutazione:

Primo Animale in cui si trasforma: Lupa


[IMG]http://i51.tinypic.com/20at9vo.jpg[/IMG]



ASPETTO FORMA LUPO:
Lupa dal pelo nero come la notte, non rado ma semi-lungo, molto folto.
Gli occhi del lupo sono color dell'Ambra.



Caratteristiche di CLASSE LUPO --- Veterano ---


BONUS
Metri percorribili in un round: giovane 7, adulto 8, veterano 9
Resistenza magica : giovane n/n, adulto n/n, veterano n/n
Infravisione : giovane +1, adulto +1, veterano +1
Sensi sviluppati : giovane udito, vista, olfatto; adulto udito, vista, olfatto, veterano udito, vista, olfatto
Bonus taglia : giovane +1, adulto +1, veterano +1
Capacità singolari: incutere timore, resistenza animale
SKILL FISICHE DI BASE: resistenza 0, potenza 0, agilità +2


MALUS

-Non parlano
-Non manipolano oggetti o impugnano armi,
-Non possono effettuare azioni complesse dove sono necessariamente richieste le "mani"
-Generalmente a disagio in condizioni affollate (vs umanoidi) e all'interno di costruzioni
-Diffidenza generale verso esseri non ben conosciuti.. contrastata da una spiccata curiosità che può portare a trovarsi in pericolo.




CARATTERISTICHE DI RAZZA

Incutimore Timore
Questa capacità di alcune razze altro non è che l’infondere paura negli avversari sia per intimidirli, sia per metterli in fuga, sia per farli desistere da un attacco. Viene espressa da un linguaggio tipicamente corporale, con ringhi, ruggiti, artigli e muscoli in mostra. In base al livello sarà possibile avere effetti differenti sulle vittime. NON ha effetto su esseri non intelligenti. Incutere timore comporta una azione completa, pertanto non sarà possibile attaccare nello stesso round in cui si adopera tale capacità. NON può essere utilizzata più volte contro la stessa vittima nel corso di un singolo combattimento.

LIVELLO 3 tramite il linguaggio del corpo sarà possibile incutere un tale timore negli avversari da immobilizzarli per un round o costringerli alla fuga.




Resistenza Animale

Caratteristica tipica della razza dei Lupi è la loro resistenza agli sforzi prolungati ed al freddo (naturale e magico, sebbene si limitino gli effetti del freddo, e non la componente magica: non è resistenza magica). Questa capacità è dovuta alla conformazione stessa del loro fisico, che sopporta molto bene gli sforzi prolungati (ma non le ferite, per questo differisce da resistenza fisica), e alla pelliccia che contraddistingue questi animali, spesso oggetto del desìo di molti cacciatori

LIVELLO3 fisico sviluppato normalmente, pelliccia tenera e morbida che permette di resistere a temperature rigide (-20 gradi) senza malus, o al freddo magico (-10 gradi). Capacità di non risentire di sforzi prolungati per 12 round

Caratteristiche di CLASSE GATTO--- Veterano ---


Metri percorribili in un round: giovane 7, adulto 8, veterano 8
Resistenza magica: giovane n/n, adulto n/n, veterano n/n
Contorsionismo: Capacità di adattarsi a passare in pertugi molto stretti o a stare in piccoli nascondigli.
Equilibrio: riescono a camminare su superfici anche molto strette o ripide (passare su ringhiere, arrampicarsi sugli alberi). Inoltre hanno ottime probabilità di cadere in piedi.
Visione Crepuscolare: giovane +1, adulto +1, veterano +1 (ma anche al buio non vanno a sbattere addosso a oggetti vari o pareti)
Sensi sviluppati : giovane udito, vista, olfatto; adulto udito, vista, olfatto, veterano udito, vista, olfatto
Bonus taglia : giovane +1, adulto +1, veterano +1
SKILL FISICHE DI BASE: resistenza 0, potenza -1, agilità +2



MALUS

-Non parlano
-Non manipolano oggetti o impugnano armi,
-Non possono effettuare azioni complesse dove sono necessariamente richieste le "mani"
-Diffidenza generale verso esseri non ben conosciuti..Ovvero non accetta facilmente cibo da sconosciuti. Ma è contrastata da una spiccata curiosità che può portare a trovarsi in pericolo
-Se solo subiscono un torto da un bipede o da un’altra creatura, si mostreranno verso di questa irrequieti, spaventati, non ci stringeranno più rapporti
-Vivacità: sono particolarmente attratti da oggetti sferici, o da oggetti a punta.
-Forte avversione per l’acqua.

Caratteristiche di CLASSE CIVETTA--- Veterano ---

BONUS

Metri percorribili in un round: giovane 7, adulto 8, veterano 9 (in volo, mentre a terra ne fa max 4 per round)
Resistenza magica : giovane n/n, adulto n/n, veterano n/n
Vista: Pupille enormi e occhi grandissimi consentono la visione crepuscolare, ovvero necessitano comunque una minima fonte di luce lunare per distinguere, ma non perdono il senso dell’orientamento
Equilibrio: riescono a camminare su superfici anche molto strette o ripide
Sensi sviluppati : udito, vista, olfatto
Bonus taglia : giovane +1, adulto +1, veterano +1
SKILL FISICHE DI BASE: resistenza -1, potenza +1, agilità +2


MALUS

Il giorno: teme gli altri predatori che di notte non la intimoriscono
Ambienti chiusi: non resiste a lungo in ambienti chiusi, di solito a meno che ci siano un umano che l’abbia addestrato li evita, seppur scorazzi tra finestre, davanzali e balconi.
Pioggia: la pioggia forte dà fastidio alle ali e rende difficile il volo.

Indole: Umana

I Punteggi:
Karma al momento del cambio: 9000
Karma attuale: 31503
Karma da animorph: 22.503
Ultima skill chiesta a karma: 31503
[Modificato da Aileen. 10/01/2015 20:11]
[Modificato da Roseline 29/02/2016 22:53]
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