Naresh [Indole Animale] UMANIZZATO

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Roseline
00lunedì 29 febbraio 2016 22:52
Bg
ANCOR PRIMA:

Una giovane ragazza, Lahe, della tribù dei Nuba venne rapita a soli 13 anni da un gruppo di arabi, i Mujamed, (attuale milizia araba) e venduta come schiava ad una famiglia di Poxert, un minuscolo villaggio nel cuore del deserto africano. Sfruttata, maltrattata per anni viene poi ceduta ad un vecchio colonnello disertore.
Un’odissea che non trova fine neppure quando la donna, convinta di non aver più nulla da perdere, trova la forza di fuggire durante una notte buia assieme a chi ha sempre amato, un uomo, uno schiavo come lei di nome Kliph Noa.
Per una notte, o forse due riesce a sentirsi realmente libera, fino a che, accortasi della fuga dei due amanti, il colonnello dà inizio ad una vera e propria caccia. Poche ore dopo la donna si ritrova piegata con le ginocchia sulla sabbia bollente e la nuca sbattuta violentemente su di un tronco; accanto a lei la testa di lui, e sette uomini armati di sciabola.
Fortunata? Lei direbbe no.
La moglie del riccone le salvò la vita quel giorno, a suo modo ovvio, ma solo a lei. Tragica la fine dell’uomo.
Per la donna invece, la decapitazione sarebbe stata la vera salvezza da una vita di sofferenza e schiavitù. Giorno dopo giorno i suoi occhi neri si spensero e la sua anima l’abbandonò.
Accresce in lei quotidianamente il bisogno di morire così come, con la stessa velocità una nuova vita si faceva spazio in un mondo ancora privo di brutalità.
Contro ogni speranza di morte, nacque una bambina dalla pelle nera come la pece, odiata dalla madre ancor prima di vedere la luce del sole. Lei era solo un’altra bocca da sfamare per non parlare del suo viso, identico a quello di Kliph.


LA FUGA:


La sabbia è così bella, fine e dorata, crea delle montagne che poi il vento forgia a suo piacimento. Ogni tanto qualche cammello cade! E questo è molto divertente agli occhi di una bambina.
Non aveva ancora capito bene in concetto delle gobbe contenenti l’acqua.
Ce ne era così poca. Come facevano i cammelli ed i dromedari a tenerla dentro? E per usarla? Facevano un buco nella pancia? Quante perplessità.
Ogni giorno si svegliava all’alba, andava a raccogliere una sacca di acqua, e tornava al villaggio.
Era troppo gracile per poter fare dei lavori pesanti, e non c’erano altri bambini, solo gente alta.
Le lunghe giornate passavano in solitudine a spiar la donna che la partorì fin alla notte della sua morte, ma Naresh non ne soffrì, mai una carezza, un bacio, quella donna era per lei solo fonte di cibo.
Quella notte, Naresh decise di andar via, seguendo un gruppo di pellegrini che spesso si fermavano nei pressi dell’oasi dove lei era solita giocare. Doveva sbrigarsi a trovarli, o sarebbe morta di fame.
Attese due giorni all’oasi, cibandosi di piccoli scorpioni e scarabei.
Era abituata a mangiar ciò che il deserto le forniva, erano mesi che non beveva latte ad esempio, una volta, una signora alta gliene diede un po’ del suo, per compassione forse, ma la donna lo fece solo per prendersi giochi di lei e le disse “tieni sporca bastardella”. La bambina ovviamente non conosceva il significato di quelle parole, di quel gesto che la donna fece, scaraventandole la tazza addosso, come fosse feccia.
Dopo due giorni, i pellegrini giunsero e lei li seguì.
Senza sapere ove fossero diretti, si teneva a distanza, nascondendosi fra le dune. Il deserto offriva tanto calore quanto gelo, ed è per questo che durante la notte, quando tutti si erano addormentati, lei sgattaiolava nell’accampamento, rubando qualche tozzo di pane, ed una calda coperta. Al minimo rumore saltava per aria, ma la storia continuò allo stesso modo finché gli uomini non giunsero ai confini del mondo, sulle coste.

LA TRAPPOLA:

Quegli uomini sapevano bene di esser seguiti e da chi.
Avrebbero avuto un ottimo profitto da lei, avevano tre possibilità:
- Ucciderla;
- Venderla;
- Usarla come merce di scambio;
- Ricattare il padre.
Sapevano tutti chi fosse, la bastarda, figlia illegittima del Colonnello disertore, uomo assai taccagno e crudele. Sarebbe stato uno scandalo sapere che quella bastarda fosse figlia sua, avrebbe pagato il suo peso in oro. Questo pensavano.
Le tennero una trappola, sapevano che la bimba avrebbe atteso che dormissero per avvicinarsi ed appena lei si trovò al centro fra loro, cercarono di agguantarla. Lei si mise a correre, passando sotto le loro gambe, saltando sulle loro coperte, nascondendosi dietro gli enormi cammelli, ma nulla, loro la coglievano di sorpresa e cercavano di tirarla facendole del male.
Si mise a correre più veloce che poteva, e guidata dalla luna salì su di un grande vascello, li dentro non l’avrebbero trovata di certo. Passò la notte in coperta, nascosta sotto un telo tremolante, terrorizzata fino a che morfeo non la prese fra le sue braccia.

IL VIAGGIO:

Quella stessa notte, mentre dormiva, il grande vascello prese il largo, così che senza rendersene conto, al suo risveglio, la piccola bambina si ritrovò in mezzo all’oceano.
Era bellissima la nave. Tutta di legno e poi c’era una signora con le pinne sul davanti, anch’ella di legno.
I marinai la chiamavano polena, e ogni notte uno di loro, grassoccio che beveva sempre whisky, cercava di intonare una canzone che Naresh imparò subito, le piacque dal primo momento:

“Canto una storia antica, nata fra queste mura, dove ora c’è l’ortica, viveva una signora, che amò fino a morire, un giovane ammiraglio, lo attese notti intere, seduta su uno scoglio.
E il saggio le racconta, di quanto è grande il mare, di come farà presto, l’uomo a dimenticare, ma il pazzo l’accompagna dove riposa il vento, e al mare di Bretagna lei canta il suo tormento…
Mare prendi la vita, vento prendi il mio cuore, ma fate che il mio amore possa trovare, mare prendi la vita, vento prendi il mio cuore, ma fate col mio amore navigare.
E il mare di levante, incominciò a soffiare, d’un lampo il continente le fece attraversare, e il mare gentilmente si mise di bonaccia, la prese dolcemente fra le sue braccia, finché in un bel mattino, fra onde di cristallo, sotto un cielo turchino e un sole di corallo, scivolò all’orizzonte un candido vascello e dritto sopra il ponte quell’uomo così bello.
Lasciatele la vita, lasciatele il suo cuore, cantavan le sirene a vento e mare, lasciatele la vita, lasciatele il suo cuore, cantavan le sirene all’imbrunire.
Scordò l’impegno preso, col mare e con il vento, lui col fiato sospeso, raggiunse il bastimento, ma appena sulla prua, lui la provò a sfiorare, l’anima volò via, e il cuore cadde in mare.
Gridarono le stelle in mezzo afono appena per quella dama bella che diventò polena, e lacrime di sale, solcarono il suo viso, scolpirono nel legno il suo dolce sorriso.
Dio delle dolci brezze prendila per mano, che l’onda sia carezza e non uragano. Notte non la confondere, sole non la bruciare, che possa eternamente andare per il mare, che possa eternamente andare per il mare…nanana…”

Di giorno restava nascosta fra le stive, si era creata un angoletto fra alcuni barili dove stava rannicchiata e nascosta, e di notte andava dalla bella polena, e con lei affrontava il mare. Si intrufolava spesso nelle cucine, non appena il cuoco andava alla latrina, o a fumare il sigaro, rubando qualche patata cotta, qualche verdura, del pane ed una volta riuscì a trovare anche del latte e un biscotto! Quella era la sua giornata preferita.

L’INTRUSA

Fu proprio durante uno di questi giorni, che ella, recandosi sempre più spesso nelle cucine fù vista.
Non riuscì a scappare questa volta, e gli uomini la maltrattavano e la fecero piangere più volte, legandola poi in coperta, vicino al grosso timone. Il Capitano della nave di chiamava Thuron, un uomo spaventoso!
Aveva una benda sull’occhio sx e dei lunghi capelli corvini.
Lo aveva visto altre volte lei, con la frusta mentre puniva degli uomini ed era terrorizzata, non voleva fare quella fine.
Fu dai marinai che apprese le poche parole che conosce, seppur il suo lessico non è a livelli altissimi, anzi, neppure medi.

UNA TERRA SCONOSCIUTA

Forse pietà, non appena giunti in prossimità di una terra l’uomo grassoccio slegò la bambina e con un sogghigno diabolico la buttò in mare. Senza neppure sapere se lei fosse stata capace di nuotare! E non lo era.
Come dovrebbe fare una bambina cresciuta nel deserto a nuotare? Dove c’è più mancanza di acqua?
Presa dal panico, forse aiutata dalla polena, si lascio cullare dalle onde, e si risvegliò sulle coste di quella terra.
Un uomo la raccolse, ma non ricorda neppure il suo aspetto, fù bendata e buttata via in mezzo ad un bosco, camminando per giorni, si ritrovò infine ai piedi di Barrington.


ANIMORPH DI INDOLE ANIMALE (CUCCIOLO)
Forma primaria


Dimensioni:
Lunghezza: 45 cm testa-coda
Altezza: 35 cm

CARATTERISTICHE DI CLASSE: LUPO
BONUS
Metri percorribili in un round: giovane 7, adulto 8, veterano 9
Resistenza magica : giovane n/n, adulto n/n, veterano n/n
Infravisione : giovane +1, adulto +1, veterano +1
Sensi sviluppati : giovane udito, vista, olfatto; adulto udito, vista, olfatto, veterano udito, vista, olfatto
Bonus taglia : giovane +1, adulto +1, veterano +1
Capacità singolari: incutere timore, resistenza animale
SKILL FISICHE DI BASE: resistenza 0, potenza 0, agilità +2


MALUS

-Non parlano
-Non manipolano oggetti o impugnano armi,
-Non possono effettuare azioni complesse dove sono necessariamente richieste le "mani"
-Generalmente a disagio in condizioni affollate (vs umanoidi) e all'interno di costruzioni
-Diffidenza generale verso esseri non ben conosciuti.. contrastata da una spiccata curiosità che può portare a trovarsi in pericolo.

Capacità singolari:
Incutimore Timore
Questa capacità di alcune razze altro non è che l’infondere paura negli avversari sia per intimidirli, sia per metterli in fuga, sia per farli desistere da un attacco. Viene espressa da un linguaggio tipicamente corporale, con ringhi, ruggiti, artigli e muscoli in mostra. In base al livello sarà possibile avere effetti differenti sulle vittime. NON ha effetto su esseri non intelligenti. Incutere timore comporta una azione completa, pertanto non sarà possibile attaccare nello stesso round in cui si adopera tale capacità. NON può essere utilizzata più volte contro la stessa vittima nel corso di un singolo combattimento.

LIVELLO 1 tramite il linguaggio del corpo sarà possibile mettere in fuga avversari non determinati, o incutere timore in avversari comunque determinati ad attaccare, caso in cui il primo attacco subirà una penalità a discrezione del master a causa dell’esitazione dovuta alla paura

Resistenza Animale

Caratteristica tipica della razza dei Lupi è la loro resistenza agli sforzi prolungati ed al freddo (naturale e magico, sebbene si limitino gli effetti del freddo, e non la componente magica: non è resistenza magica). Questa capacità è dovuta alla conformazione stessa del loro fisico, che sopporta molto bene gli sforzi prolungati (ma non le ferite, per questo differisce da resistenza fisica), e alla pelliccia che contraddistingue questi animali, spesso oggetto del desìo di molti cacciatori

LIVELLO1 fisico sviluppato normalmente, pelliccia tenera e morbida che permette di resistere a temperature rigide (-10 gradi) senza malus, o al freddo magico (0 gradi). Capacità di non risentire di sforzi prolungati per 7 round



Forma umana:


Aspetto
Capelli: neri
Occhi: neri
Altezza: 1 metro e 10
Peso: 17 chili
età: 7 anni


Skill:
furtività liv 1
Agilità liv 1
Conoscenze naturali liv 1
Volontà liv 1
Step da animorph: 10.500

Karma totale: 9363
Karma al momento del cambio: 8011
Karma da Animorph: 1852
Classe: CUCCIOLO
Oggetti da bg: collana d'osso, due maialini neri

[Modificato da Aileen. 17/04/2014 21:32]
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