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ERWEN EVOLET 0’RHEINGOLD


BACKGROUND:

Nata da genitori commercianti perfettamente Umani, Erwen ha sempre vissuto in mezzo a quel blando benessere dovuto ai beni materiali. Da sempre di indole timida e riservata e unica sopravvissuta tra i suoi fratelli - tutti morti neonati - la ragazza non ha mai avuto molti contatti con i propri coetanei, specialmente a causa del carattere apprensivo dei genitori che la vedevano come una creatura fragile, sia fisicamente che moralmente. Per questo la scortavano ovunque andasse, oppure proprio non le permettevano di uscire di casa. Venne istruita in casa da un maestro che le insegnò a leggere, scrivere e far di conto, trovandola d’intelletto sveglio e diligente; allo stesso modo durante il pomeriggio una vecchina iniziava la ragazza a tutte quelle mistiche arti femminili che vengono ritenute indispensabili per l’essere donna.
Tutto questo cambiò durante una bella giornata estiva. Erwen aveva 12 anni e mostrava da tempo quei segni d’irrequietezza propri della sua giovane età. Per una cosa da nulla quel giorno ebbe inizio un litigio tra lei e i genitori. Il caldo della casa e la loro presenza costante la soffocavano… improvvisamente nel mezzo della discussione, corse verso la porta, l’aprì e scappò fuori. Corse via, da sola. Venne richiamata, venne cercata, ma lei si era già inoltrata nel vicino boschetto.
Correva, correva nell’ombra fresca, correva con i capelli sciolti, correva… e improvvisamente uno strano dolore iniziò a percorrerle le gambe. Lo scambiò per un crampo, ma decise di non fermarsi per il timore di essere subito ritrovata. Il dolore aumentava ed iniziò presto ad allargarsi anche alle braccia e al resto del corpo, con una sensazione simile ai muscoli che soffrono per il troppo sforzo. E mentre ancora correva, iniziò a gridare per il dolore, inciampò e cadde. E lì avvenne per la prima volta: le gambe e le braccia si allungarono, il collo fece altrettanto ed iniziò a spuntarle una piccola coda. La pelle cominciò a bruciare, come trafitta da milioni di spilli sottilissimi… erano i peli che spuntavano.
Lì, a metà tra gemiti e bramiti, Erwen si trasformò.
Dopo pochi attimi che le sembrarono interminabili, il dolore cessò e lasciò spazio alla spossatezza. La ragazza rimase distesa per alcuni minuti, affannata e indolenzita… non capiva perché vedesse tutto in modo così strano, perché sentisse così tanti odori e si convinse scioccamente che stava per morire. Quando alla fine si tranquillizzò e sentì di stare bene, si sollevò sulle zampe ancora malferme. Con sua enorme confusione scoprì di trovarsi addosso un altro corpo: vide in basso quattro zampe sottili e zoccoli scuri dove prima c’erano mani e piedi; vide un ventre tondeggiante, parzialmente coperto dal suo vestito tutto stracciato, che le diede prova del fatto che prima era umana; sentì di poter muovere le orecchie e percepiva la presenza di una coda. Erwen non era più lei… era un’altra Erwen, una ragazza dalla forma di cerva. Sì scrollò tutta, sperando di togliersi di dosso quella pelle… provò a strofinarsi contro un albero, ma ottenne solo il risultato di strappare ancora di più il vestito, che cadde a pezzi al suolo… provò a parlare, ma tacque subito, spaventata dalla sua stessa voce. Boccheggiando dalla sorpresa e dalla paura di rimanere così per sempre, quel giorno e quella notte la ragazza li passò all’aperto, vagando per il boschetto senza il coraggio di tornare a casa. Nel frattempo i genitori avevano ritrovato solo il vestito stracciato della figlia e la loro disperazione non aveva limite.
Fu soltanto la notte dopo che Erwen si convinse a tornare, per due motivi: la forte paura di diventare preda dei cacciatori e la nuova idea di rivelare la propria identità scrivendo a terra il proprio nome con gli zoccoli. Galoppò verso la sua casa e iniziò a dare lievi colpi alla porta, per non allertare i vicini. I genitori corsero ad aprire, sperando che fosse la figlia o qualcuno che ne portava notizia. Quando videro la cerva, però, rimasero profondamente delusi e non guardarono a terra dove lei aveva scritto il proprio nome; anzi, quando videro che non c’era verso di mandar via quella bestia, il padre tornò dentro casa a prendere l’arco. La cerva iniziò allora a piangere disperata, lacrimando copiosamente ed alternando singhiozzi a brevi versi che spezzavano il cuore, desiderando con tutta se stessa di tornare umana per non morire. Quando il padre vide quella scena si fermò dallo scoccare la freccia, sorpreso e commosso, ma il desiderio della ragazza aveva già avviato nuovamente il processo: così come si era trasformata, Erwen cominciò a cambiare di nuovo, rimpicciolendo nelle forme e riacquistando le sue sembianze umane; tornava sempre di più ad essere lei, gemendo e contorcendosi dal dolore, finché rimase seduta a terra, stringendosi tra le braccia, con le lacrime che sentiva scorrere sulla pelle nuda.
Non vi dico la gioia dei genitori. Quando la videro alla luce delle candele, dopo il primo sgomento gridarono, piansero, l’abbracciarono travolgendola, con Erwen nuda così come era stata fatta, ancora dolorante dalla trasformazione. La portarono in casa senza farla vedere a nessuno. Ai vicini che vennero più tardi a chiedere cos’era successo, dissero che la madre aveva avuto un attacco di pianto disperato per la scomparsa della figlia. Si fecero raccontare tutto della breve avventura di Erwen e decisero di mantenere il silenzio sul suo ritorno. Non volevano, infatti, che qualcuno l’accusasse di stregoneria e nemmeno volevano mettere in giro la voce che fosse stata rapita nuda da qualche morboso, cosa che avrebbe compromesso il suo onore ed un suo futuro matrimonio.
Dopo molte indecisioni, giunsero alla conclusione che bisognava partire per cercare qualcuno che la liberasse da quell’incantesimo. Erwen però non voleva che quel dono le fosse tolto: dopo il primo spavento aveva scoperto di trovarsi a suo agio in quelle sembianze. Rinchiusa nella sua stanza con l’ordine di non uscire e di non affacciarsi alla finestra, aveva provato molte volte a cambiare, riuscendo pian piano a capire come controllare la trasformazione. Una volta abituatasi al dolore aveva scoperto che in fondo non era male diventare una cerva e, guardandosi allo specchio, si trovava anche graziosa. Col passare del tempo imparò anche che il suo corpo doveva riposare per almeno 6 giorni al mese, 3 dei quali dovevano essere passati in forma Umana e 3 in forma animale. Nonostante il suo entusiasmo, quando provava a raccontarlo ai genitori riceveva sempre risposte secche: quello non era un dono, era una maledizione di cui avrebbe dovuto liberarsi al più presto! Fu così che impacchettarono molte delle loro cose e iniziarono a trasferirsi di città in città, con la giustificazione di andare a cercare la figlia scomparsa. Fortunatamente le loro finanze gli permettevano di viaggiare molto senza grossi disagi; girarono tutti i paesi intorno chiedendo di streghe, maghi, imbroglioni d’ogni tipo che facevano sempre credere di avere un rimedio per quell’incantesimo. Ma sempre invano. Ed Erwen segretamente gioiva.
Fu così che passarono anni. Cinque anni quasi esatti dal giorno in cui partirono. Erwen cresceva sempre meglio e nel frattempo i suoi genitori deperivano, fiaccati dall’età, dai continui spostamenti e dallo sconforto di non riuscire a guarire questa figlia. Si arrivò al punto in cui la madre si ammalò gravemente e morì durante il viaggio, in una cittadina non lontana da Barrington. Dopo averla pianta e dopo circa un anno di stazionamento in quel luogo di lutto, padre e figlia ripartirono e giunsero così nel regno di Avalon, dove egli sperava di risolvere definitivamente la “sfortuna di Erwen” (come lui la chiamava) grazie ai Maghi o alle Sacerdotesse del sacro tempio. Appena arrivati in questo luogo, però, anche l’uomo iniziò a dare segni di malessere e fu costretto a mettersi a riposo. Molti mesi passarono e le sue condizioni, invece di migliorare come si era sperato, peggioravano. Dopo molto tempo l’uomo si convinse che era giunta la sua ora e comprò una casetta nella cittadina dell’Isola delle mele per donarla ad Erwen e trascorrervi qui con lei i suoi ultimi giorni.
Si spense dopo due anni di malattia, lasciando alla ragazza ventenne la casa ed un’eredità considerevole, nonostante i lunghi anni di viaggio. In punto di morte si raccomandò infinite volte che lei continuasse a cercare chi l’avrebbe liberata da quella maledizione e che solo dopo si sarebbe sposata. Erwen promise, ma solo per far contento il padre morente. In tutti quegli anni trascorsi come nomade, infatti, aveva maturato l’idea che quello che lei aveva era un dono: mentre i genitori le cercavano una cura, la giovane cercava invece informazioni su quelli come lei, su coloro che hanno la facoltà di mutarsi in animali. Questa sua capacità l’estasiava e sognava, un giorno, di trovare un proprio branco, qualcuno che l’avrebbe amata ed accettata così com’è.
Ora abita sull’Isola, triste della recente morte dei suoi genitori, amatissimi nonostante tutto, ma finalmente libera di costruirsi una propria vita.


ASPETTO FORMA UMANA:
Capelli: castano mogano
Occhi: castano scuro
Altezza: 162 cm f.u.
Peso: 50 kg f.u.
Descrizione:
Corporatura proporzionata all’altezza e armonica, dimostra circa 20 anni. Ha un viso piacevole dai colori mediterranei, con il naso dritto, la bocca piccola e rosea, il mento tondo e gli occhi scuri e brillanti. I capelli sono lisci e lunghi fino a metà schiena, dal colore castano mogano.


CARATTERE:
Molto sensibile e di modi gentili, Erwen è una giovane cauta, timida e riservata. Anche se sa parlare bene non inizia facilmente una conversazione, piuttosto preferisce ascoltare o scrivere. È un po’ difficile riuscire a conquistare la sua fiducia, ma in amicizia si rivela leale e attenta a dettagli e stati d’animo. Se viene attaccata preferisce fuggire e riesce a mantenere velocità ed equilibrio anche su terreni accidentati. Si trova molto spesso in tensione ed è curiosissima di tutto ciò che le accade attorno: qualsiasi rumore e movimento la fanno voltare, anche solo per un attimo, soprattutto se si trova in un luogo nuovo, per questo è abbastanza difficile sorprenderla.


Skill:
SKILL CORSA LIV. 1
SKILL AGILITA' LIV.1
SKILL CONOSCENZE RELIGIOSE LIV. 1
SKILL SOTTERFUGIO LIV. 1


DESCRIZIONE FISICA: Presente
ALLINEAMENTO: Caotico-Neutrale

Note personali: °°°oOo°°° Umana… Cerva… Sempre la stessa. Sempre diversa. °°°oOo°°° Indole primaria: umana. Indole secondaria: cerva. °°°oOo°°° Da brava erbivora Erwen anche in forma Umana non mangia né carne né pesce. Apprezza invece latte, uova, formaggi e naturalmente frutta e verdura (più qualche buon dolcetto al miele^^).



La mutazione:

Primo Animale in cui si trasforma: Cerva


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ASPETTO FORMA CERVA:
Da cerva la giovane raggiunge un’altezza di 178 cm e un peso di circa 90 kg. Il corpo rimane ben fatto, snello e dritto: le zampe sono magri fasci di muscoli scattanti, mentre il ventre appare un po’ tondeggiante. Il collo lungo e mobile termina con il muso affusolato, dal naso nero e sempre umido; gli occhi sono grandi, tondi e completamente scuri; le orecchie sono ampie e sempre all’erta. Il manto è di un colore castano chiaro con ombre più scure sul muso e sulle zampe (nessuna macchia bianca), formato da peli lisci e da lanugine più chiara concentrata soprattutto sulla parte posteriore delle zampe, sotto la coda corta e ornata da striature più scure.



Caratteristiche di CLASSE CERVO --- Giovane --- BONUS
Metri percorribili in un round: giovane 7, adulto 8, veterano 9
Resistenza magica : giovane n/n, adulto n/n, veterano n/n
Vista: Pupille enormi e occhi grandissimi consentono la visione crepuscolare, ovvero necessitano comunque una minima fonte di luce lunare per distinguere, ma non perdono il senso dell’orientamento
Salto: Il cervo si muove leggero ed elegante nei boschi più fitti, nelle praterie a diverse altitudini; è maestoso, veemente e veloce nel trotto e nel galoppo, agile e abile nel salto che, talvolta, può raggiungere in altezza anche i 2 m.
Sensi sviluppati : udito, vista, olfatto
Bonus taglia: giovane 0, adulto 0, veterano 0
Skill fisiche di Base: resistenza +1, potenza -1, agilità +2



MALUS
- Timidezza: Perennemente angosciato all'idea del pericolo, tende a stare sempre all'erta e al minimo rumore fugge. Non accetta facilmente cibo da sconosciuti. Ma è contrastata da una spiccata curiosità
- Ambienti chiusi: non resiste a lungo in ambienti chiusi, di solito a meno che ci siano un umano che l’abbia addestrato li evita, talvolta può scorrazzare ai margini delle cittadine in cerca di cibo, specie la sera.
-Non parlano
-Non manipolano oggetti complessi o impugnano armi
-Non possono effettuare azioni complesse dove è necessariamente richiesto l’uso del pollice opponibile.
-Diffidenza generale verso esseri non ben conosciuti..Ovvero non accetta facilmente cibo da ignoti. Ma è contrastata da una spiccata curiosità che può portare a trovarsi in pericolo, è più difficile da addomesticare e avvicinare di altri Anubiani in questa forma proprio per via dei troppi pericoli che avverte.



Indole: Umana

Karma all'atto del cambio: 0
Karma attuale: 9129
Karma da Animorphs: 9129
Ultima skill richiesta a karma: 9100
[Modificato da Arthesia 23/05/2012 14:38]



MASTER DESCRITTIVO DEITHWEN


)O(


Che era morta. Le dissero che era morta...
Che nell'alba l'avevano vista galleggiare. Come un cigno.