00 13/03/2016 13:39
Marzo FU - 1
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Riassunto: C'erano una volta una mutaforma, una mezzelfa e un umano pazzo e ferito. L'inizio di una barzelletta? Se non proprio di una barzelletta direi che è l'inizio di un'avvincente serata in bettola che ha visto Alyesine spettatrice di un battibecco sulle orecchie mozzate tra l'umano (Giuggiolone, per gli amici) e la mezza (Bionda numero due, se non sbaglio e sempre per gli amici). Battutine acide e pungenti, battutine sporche contornate da leccate di latte corretto e richieste di informazioni: dove posso trovare i Maestri dei Mestieri? Come faccio a contattate i Mercanti della Frontiera? E bla bla bla!

Commento: Il riassunto, come sempre, è pessimo e non rende l'idea dell'avventura che abbiamo vissuto! E' stata una giocata davvero divertente che mi ha permesso di scoprire due PG meravigliosi e finemente strutturati! Spero non sia il lampo di una notte!

Grazie guys! [SM=g27836]



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GEINEVRE [Bettola - Sala Comune] La notte è fioccata sulla cittadella sorprendendola a metà della sua esplorazione. Se la guerriera di cenere ci vede bene anche al buio e non ha di che curarsi del sonno, la gente comune no: ben presto le strade si sono svuotate, come grossi polmoni sgravati da un grosso respiro, lasciandola sola con una manciata di domande senza risposta. Straniera per metà, s'è ritrovata dunque a vagare senza che le venisse indicata la via per trovare quei fabbri di cui le hanno parlato e che, per ogni evenienza, ha annotato su un foglietto. Memoriaccia. Generalmente i luoghi come le locande e le bettole, profumate, linde o trasandate, riuniscono gente di ogni schiatta: se le luci dei vicoli vanno via via spegnendosi, il locale dove ha messo piede proietta tuttora la sua fonte luminosa, palpitando nella penombra. L'hanno accolta una ressa e un gran vociare, boccali che si levano e schiuma su lunghe tavolate di noce. Lei ha i capelli come di consueto raccolti, gli occhi lividi da impronte annerite - apparentemente tratteggiati da dei rimasugli di un focolare - e un vestiario tutto sommato poco femminile: una corta camicetta bianca che evidenzia una cicatrice sull'ombelico del tutto simile a quella sulla parte sinistra del volto. Dei pantaloni marroncini, maschili, fasciano le gambe. Porta una spada di traverso, sulla schiena, e, camminando fra i tavoli, tiene il braccio sinistro ripiegato dietro le spalle, per trattenerne la punta. Si dirige verso il bancone.

ALYESINE [Esterno-Sala Comune, FU] Indossi i soliti pantaloni di pelle neri e una camicia bianca che non è della tua taglia: l'hai rubata a Gildor (tanto lui è sparito, di nuovo)! Stivali neri di pelle con i tacchi. Pochi centimentri, giusto per accrescere la tua autostima. Nello stivale sx hai nascosto uno stiletto, in vita hai una cintura portapugnali con ben 4 pugnali da lancio che sai appena utilizzare: non si sa mai nella vita. Ho il sospetto, Aly, che potresti farti male da sola con quei giocattoli, ma questa è un'altra storia. La bandana rossa, quella che ti identifica come contrabbandiere di un certo livello (il capo, per così dire), l'hai legata attorno al polso destro. Ma tutto ciò è poco visibile visto che, a causa del freddo che ha investito la cittadina ti sei costretta ad indossare una mantella di velluto grigio con tanto di pelliccia (che ti regalò Ringil prima di sparire nel nulla, anche lei) e che ti copre fino al sedere. Attorno al collo poi, per coprire gola, orecchie e naso, hai sistemato la sciarpa (sempre dono di Ringil, quella che è sparita) grigia di lana. Ah! Che bel calduccio! L'unica cosa.. ecco.. le mani sono congelate, questo è vero. Ma non potevi mettere i guanti, proprio no... Sarebbero stati una caduta di stile. Poi diciamo la verità: la tua stanza è un disastro e non li hai trovati. Ecco, si. Il Gatto sbuffa. Lui ha il pelo. Maledetto! Apri la porta della bettola: cigola e non si chiude bene. Lasci condensare per l'ultima volta il fiato fuori dal locale e poi entri. Odori (puzze, più che altro) e chiasso si abbattono su di te. Socchiudi gli occhi, per abituarti alla nuova luce e poi lasci vagare lo sguardo in cerca di qualche anima amica: nessuno, ovviamente. Solo il caro Ricard, dietro al bancone. E quella tipa vestita con niente che si sta avvicinando al bancone? Coraggio, ragazzi miei. Coraggio!

KEVIN |Scale||Uomo o straccio. Forse lui è entrambe le cose. È un uomo e uno straccio insieme. Forse è il re degli stracci, non il re di cuori. Alto. Altissimo. Troppo alto. Un metro e novanta centimetri, settanta chili scarsi di peso. Leggero e magro, non quella magrezza sana, ma la magrezza di qualcuno che a lungo ha digiunato. È abbastanza sicuro di poter tenere una moneta tra due costole, anche se non ha ancora provato. Una saccoccia appesa al fianco contiene alcuni dei suoi beni. Un mazzo di carte. Due libri, quelli che il caro Daniel gli ha infilato in borsa prima di infilarlo sulla nave. Tiene a tenere sempre tutto con sé, tutto ciò che conta, tutto ciò cui tiene. Con se. Stretto. Come se avesse paura. Giacca in pelle vecchia, logora, ma utile allo scopo,nella quale tuttavia sembra nuotare. Ambrati gli occhi, sopracciglia....decise, diciamo. E capelli che potrebbero bastare per tre o quattro teste, sia mai. Gli ci vorrebbe qualche testa in più. Non ci ha mai pensato, ma sarebbe utile. Più teste pensano meglio. Lunghi, arrivano fino ai polpacci! E sono neri, nerissimi. Quarant'anni freschi, non li dimostra per carità, non come l'uomo in grigio incontrato qualche settimana fa. Quello si che era un vecchio. Adesso però se ne sente cento. Anche se non ha rughe. Barba nera, barba che lo copre tra labbro superiore e mento, lunga anch'essa. Non sembra camminare, quanto ondeggiare. O ancheggiare. In realtà è ferito, anche se la ferita sta guarendo. Le ferite. Sarebbe meglio parlare al plurlare. Intravisibili, attraverso la camicia nera, lunghe fasce bianche, con qualche macchietta rossa qua e là. Nulla di grave, nulla di cui preoccuparsi. Occhi gialli che guardano le scale. E un contare sottovoce. Conta gli scali, sa che ce ne sono esattamente trentatré. Conta. Conta e cammina, fino ad arrivare nella sala. Ci vede adesso, per fortuna ci vede. Quegli occhi ambrati, che sotto un certo riflesso possono apparire gialli come quelli di un serpente, fissano la sala. A differenza dell'altra volta, l'uomo non puzza. Neanche odora, ma non puzza. È riuscito in qualche modo a lavarsi, con molta lentezza e molte bestemmie che hanno tirato giù i santi del cielo, quelli passati, presenti e futuri. Non ha remore, lui. È un bestemmiatore che ama esserlo|

GEINEVRE [Bettola - Sala Comune] Se anche il locale fosse vuoto, i passi della meticcia risulterebbero altrettanto silenziosi. La sua è la traiettoria di un gatto - ce n'è uno o ce ne sono due, stanotte? -, talmente diffidente e selvatico da guardarsi attorno alla ricerca delle fonti ora del cigolio dalla cima delle scale, ora del pigolio che si porta dietro la porta invecchiata qualche secolo o giù di lì sui suoi cardini [sensi sviluppati]. La testa, ricca di ciocche bionde tanto chiare da farla apparire una creatura refrattaria alla luce del sole, si muove prima verso i piani superiori, come se lo sguardo fosse in grado di trapassare le assi malferme, e ruota poi sulle spalle per tenere a bada la scia che si è appena lasciata dietro. All'animorph sarà dato d'attribuire un volto a quel corpo acerbo: è il volto di un fantasma, dalle occhiaie volutamente allungate da un paio di impronte nerastre che arrivano fin quasi alle tempie. Ma non parla. Non ancora, almeno. Arriva nei pressi del bancone, prendendo posto successivamente là dove il legno fa angolo, permettendosi di osservare gli unici due sbocchi che concedono l'accesso alla sala comune. Richiama con un cenno l'attenzione dell'oste, preparandosi a srotolare il suo piccolo cartiglio. Non può non dedicare un'occhiata all'omaccione secco e lungo. Fissa il suo abbigliamento di sfuggita, sia mai che cerchi rogne. O che ne porti. Sulla pelle.

ALYESINE [Sala Comune, FU] C'è un motivo perchè hai scelto la bettola, questa sera. Devi chiedere a Ricard se c'è della posta per te. Ultimamente ti annoi: una spedizione sarebbe gradita, così come boh.. un mostro marino, una malattia contagiosa. Un ballo in maschera? Volendo anche quello, si. Non che tu sappia ballare. Ma quanto mai potrà essere difficile? E' dalla storia delle ali che non succede niente d'interessante. Che poi hai trascorso quei giorni folli sul letto con la temperatura corporea alta per chissà quale malattia. Ipocondriaca, Anya? Chi? Io? Maddai! La tipa alta per un secondo si volta. Ti ricorda qualcuno ma... con tutto quel nero non riconosceresti nemmeno tua madre. O forse lei la riconosceresti perchè sarebbe la tua gemella con un po' (tanto) di nero in faccia. Sei ancora davanti alla porta, così che le assi scricchiolanti delle scale attirano immediatamente la tua attenzione. Ecco che scende qualcuno un po'.. trasparente? Non sembra molto sicuro sulle gambe e, anzi, sembra sul punto di esalare l'ultimo respiro. Oh, tu con i cadaveri di sconosciuti non vuoi avere niente a che fare. Anzi, con i cadaveri in generale! Poi se hanno capelli lunghi fino alle caviglie meno che mai! {Oscura letitia!} Decidi di annunciare con una certa allegria venuta da chissà dove: probabilmente nessuno riuscirà a sentire il tuo saluto in mezzo a quel caos. Con un occhio controlli il tipo delle scale (perchè, in fondo, hai un gran cuore!), mentre con l'altro ti accerti che la via verso il bancone sia libera e senza ostacoli. Verso il bancone dirigi quindi i tuoi lenti passi. Non comincia ad esserci caldo?

KEVIN |Sala||Quando vede Geinevre quasi non sa caso alle orecchie o ai diversi tratti del viso. Lui di una donna guarda ben altro, e il viso non è contemplato tra ciò su cui si posa il suo sguardo. L'essere incredibilmente alto, tuttavia, lo spinge a guardare le persone dall'alto in basso, per pura necessità, quindi non è facile notare dove si posa il suo sguardo. Si avvicina al bancone, richiama l'attenzione dell'oste con un cenno. Nonostante possa apparire un barbaro della peggior specie, di quelli armate di asce, e nonostante il suo accento nordico potrebbe forse avvalorare questa tesi, in realtà quando vuole sa mostrare una certa eleganza| Un piatto di zuppa. Del pane. Un boccale di birra |la voce è stentata, ma questo non ha nulla a che fare con la sua debolezza. C'è un forte accento tedesco nelle sue parole, nel tono di voce. Si lascia distrarre da quello che sarà il suo cibo solo quando sente una voce giovanile, troppo allegra per le sue orecchie proclamare qualcosa che la sua mente traduce immediatamente dal latino| Un paio di domande che potrebbero risultare scortesi ad orecchie così giovani |si volta, guardando quella che sembra una ragazzina tacendo per un lunghissimo istante| Cosa c'è di ocuro nella gioia? Cosa ci fa una donna fuori di casa a quest'ora? A meno che tu non sia un'attrice, ovviamente |lui comprende -e apprezza- solo gli attori| O una di coloro che si svendono per denaro |si, anche quella categoria| In quel caso potrei essere interessato. E la terza domanda è cosa c'è da essere tanto felici? |lieve lo sbuffo che emette, andando a guardare Alyesine e poi arrotolando i suoi capelli in modo che formino una coda. Potrebbe strangolarci qualcuno, con quelli. Non ha un bel carattere, ma non vi preoccupate: sa essere anche peggiore. Semplicemente oggi è abbastanza annoiato, o forse le ferite hanno ripreso a fare più male del solito. Dovrebbe seguire il consiglio del vecchio. Forse. E lo farà. Arrotola quell'abnorme massa di capelli, per fortuna puliti. Ha dovuto passare una vita davanti alla stufa per asciugarli. Conta sulla dita| effettivamente le domande erano tre. Vuoi che ti legga le carte? |non sa farlo, ma sa cosa la gente vuole sentirsi dire. E sono le solite cose| Peccato abbia solo carte da gioco, ma anche quelle svelano il futuro. Non come i tarocchi...ma nulla di male |sembra perfettamente convinto di ciò che dice. Sembra. In realtà è solo un ex attore che ha una certa esperienza nel far credere agli altri ciò che non è -//Sotterfugio livello 1-|

GEINEVRE [Bettola - Sala Comune] I primi giorni sull'Isola le hanno insegnato che, ad Avalon più che mai, il mondo è abitato da un miscuglio eterogeneo di individui. Cosa importante: nessuno fa caso a nessuno. Le orecchie a punta e la sua brutta cicatrice non hanno attirato l'interesse, poiché le diversità, qui, non si contano certo sulle dita di una mano! Barrington glielo conferma. Fra uno che pare appena uscito da una cassa orizzontale e l'altra che blatera chissà quali parole, la guerriera di cenere si rilassa, addirittura. Fino a quando l'individuo trasandato non dà un seguito al saluto - era un saluto? Un augurio? Chissà - della ragazzina, facendole rimbalzare l'attenzione da Kevin ad Alyesine, che osserverebbe come in attesa di un rilancio da parte sua. Vuoi per solidarietà femminile o perché quel volto sembri ricordarle qualcosa, la mezzosangue prova a spezzare un poco la tensione che almeno un paio delle domande rivolte dall'uomo si trascina dietro. ''Vi ho già vista? Forse quando mi sono innamorata di voi!'' Così come fece con l'elfo, lei - apparentemente o volutamente, l'ingenuità tipica della giovinezza non lo suggerisce - non dà il dovuto peso alle sue parole, pronunciandole senza curarsi dell'eventuale parere di altri. Non sa se la possibilità che vengano interpretati i tarocchi coinvolga pure lei, né stenta a credere che sappia il fatto suo; ma questo non toglie, piuttosto, che il suo desiderio sia un altro. ''Facciamo così. Ditemi invece se sapete dove stiano i cosiddetti maestri dei mestieri.'' Parla a entrambi. La sua naturale diffidenza [malus] è attualmente vinta dalla voglia di sapere. Egoismo.

ALYESINE [Bancone, FU] Il tipo dai capelli lunghi ti raggiunge e ti supera. Lumachina, Aly! Ma forse è che non ti piacere avere gente alle spalle? Forse. O forse quel tipo t'inquieta davvero troppo. O forse sei solo lenta. Non abbiamo detto che fa caldo? E' affollato il bancone, questa sera. Ti togli la sciarpa e la sistemi su uno degli sgabelli liberi e poi ti togli anche la mantella pesate. I capelli chiari (biondi, per la precisione) e ricci sono un po' scompigliati e raggiungono in spire interessanti la metà della schiena. Ha i capelli più lunghi di te. Lo guardi di sottecchi e poi spalanchi gli occhi quando si rivolge proprio a te medesima. Tre domande. Vorresti rispondere alla prima, è facile. Ma poi arriva la seconda. E con essa l'insinuazione che ti fa spalancare ancora di più gli occhi e arrossare le orecchie. La parte dei tarocchi nemmeno l'ascolti visto un'altra voce si aggiunge alla prima. Sposti immediatamente lo sguardo all'altra estremità del bancone: è la mezzelfa di prima. E parla d'innamoramento! Gli occhi non si possono spalancare ulteriormente, mi spiace. E le orecchie non possono arrossire di più. Annuisci, appena appena. Ora quella cicatrice ha un senso. E anche quei capelli. Sbatti le palpebre una, due, tre volte. Cosa c'è Aly? Un Gatto ti ha mangiato la lingua? Ah. Ah. Ah! Divertente, davvero. No, ma che battuta simpatica! Decidi (così!) di emanare un sospiro e di rivolgerti direttamente all'oste con una richiesta del tutto singolare ma che appagherà sia il Gatto che si sta divertendo un mondo che l'Umana che appare un po' confusa o... un po' sciocchina {Un latte, per favore!} Affermi, con una certa convinzione {Corretto.} Eccola qui! Un latte corretto! Quindi con agili movimenti da... Gatto, per l'appunto, ti siedi sullo sgabello vicino a quello che sostiene i tuoi abiti e che dovrebbe essere equidistante dai due che hanno reclamato la tua attenzione. {Maestri dei mestieri...} dici infine, spostando di nuovo lo sguardo limpido sulla mezza. {...dalla piazza, l'edificio vicino al palazzo del governatore, sulla sinistra. Posso accompagnarti.} In virtù dell'innamoramento passato, questo è ovvio. Una sbirciata al tipo strano. T'inquieta proprio!

KEVIN |Bancone||Due donne innamorate? La cosa si fa senza dubbio interessante, e solo ora nota un particolare prima sfuggito delle orecchie a punta della mezz'elfa. Porta le mani agli occhi. La sua vista. Non è molto buona, a volte. Ci sono momenti in cui vede benissimo e altri in cui ci vede decisamente meno. Segue quello scambio di battute, a quel rossore sorride, leggermente soddisfatto quando da fastidio al prossimo suo. Lui ha preso alla lettera la bibbia, ed ha deciso di fare l'esatto contrario. Come fanno un po' tutti insomma, non si ritiene originale. Mangia lentamente, seguendo lo scambio di battute tra le due. Maestri dei mestieri. Non ne ha sentito parlare, ma sembra che la ragazzina conosca la città, per accompagnare così qualcuno da qualche parte. Prende le carte dalla tasca. Semplici carte da gioco. Neanche truccate, ma volendo saprebbe farlo. Sono perfettamente in ordine, a dire il vero. Quasi meccanicamente le divide in gruppi di uguale numero. E intanto ascolta. Ascolta. E ascolta. E nell'ascoltare quelle orecchie diventano sempre più fastidiose. Come se stonassero con tutto ciò che c'è intorno. E a lui le asimmetrie danno fastidio. Guarda la mezz'elfa da vari angoli. Ignorando che sia tale| Chi mai ti ha sfregiato le orecchie in tale modo? |domanda, con una sfacciataggine da oscar| Sembrano tagliate. Dove sono le cicatrici? |ma nel chinarsi fa un movimento errato. Un movimento che non dovrebbe fare, quasi sfugge un gemito. Gemito immediatamente mangiato, come se volesse soffocarlo. Ignorante in qualsiasi cosa non riguardi il mondo degli umani| Sembri conoscere la città |guarda Alyesine. La ragazza arrossita| Io cerco solo un mercato. Camice. Vestiti puliti|mugugna. Ha bisogno di roba nuova. E un coltello anche, magari. Ha bisogno di fare compere. Di prendere qualcosa di nuovo. E armi. Quando si ha una lingua come la sua, è abbastanza facile che la situazione degeneri in rissa|

GEINEVRE [Bettola - Sala Comune] Segue con attenzione i movimenti della ragazzina. La mezzosangue ha parlato e più di quanto non faccia, generalmente, in una notte soltanto, ma questo non toglie che si tenga sulle sue. Scostante e coi muscoli contratti, neppure fosse pronta ad alzarsi da un momento all'altro, in fuga da un eventuale movimento sbagliato. ''Latte? Eppure non sembrate né tanto giovane né tanto matta.'' Peli sulla lingua, la guerriera di cenere non ne ha; e, dalle parti da cui proviene, bere del latte non fa che per i bambini e i malati di mente. Ridacchia, mentre lo dice, facendo una smorfia come a distanziarsi decisamente da questa ordinazione! Certo, però si offre di accompagnarla dai maestri dei mestieri, e questo le fa acquisire dei punti. E con quelli della sua specie, si sa, guadagnarsi dei punti, sudandoli, è fin troppo importante. ''Sì. Va bene. Permetterò che mi accompagniate, contenta?'' E' brava a rivoltare una cortesia tanto evidente, trasformandola in un privilegio al contrario: è l'animorph che ci guadagna, altroché! Lo sguardo dell'altro la fa arrossire, ma non parliamo di un rossore tipico delle adolescenti preda delle prime cotte. Parliamo di un fastidio dovuto al fatto che non le piaccia stare al centro dell'interesse e, soprattutto, ricevere domande tanto dirette. ''Potrei dire lo stesso. E' alle tue che manca un pezzo, in fondo: le mie sono più lunghe. Dovresti pensare a curare te stesso, comunque, giuggiolone. Sembra tu stia sanguinando'' replica tagliente, assieme ammonendolo e facendogli notare l'ovvio,indicandogli l'abbigliamento macchiato. Quando poi pare soffrire un semplicissimo piegarsi in avanti, lei scuote la testa, schioccando le labbra eloquente, che fanno all'incirca così: ''zu, zu, zu...''

ALYESINE [Bancone, FU] Tesoro. Parliamone. Non avevi voglia di un po' di movimento? Ora sei incuneata tra un tipo strombo che sembra uscito da... dal Mercato nero, ecco, e una tipa di cui ti eri innamorata che pensa che tu sia una bambina o una malata di mente. Eccoti accontentata. Ascolti le parole della Mezza: sa come rigirarsi la frittata. Le mostri un sorrisetto, un tantinello più audace e più sveglio. Un tantinello più da te! Sei il Signore della Frontiera, per la Dea (se esiste, sia chiaro)! E ti sei messa anche i tacchi! Per fortuna, comunque, perchè tra quei due spilungoni sembri davvero una poppante. Il latte arriva, corretto con Rhum. Puzza di alcool, tra l'altro. Non è un accostamento propriamente felice ma non ti ha mai fatto raggiungere la latrina in preda ad atroci coliche intestinali, quindi è commestibile. Ah! Vorresti tanto utilizzare la lingua per recuperare quello schifo di miscuglio... Guardi a destra, poi a sinistra. I due sembrano essere intenti in una di quelle discussioni che potrebbero portare ad un litigio, quindi sicuramente non faranno molto caso alla tua linguetta rosa che raggiunge la ciotola e sfiora per un brevissimo istante il liquido caldo per poi sparire nuovamente al suo posto, con la bocca che si chiude veloce. Sicuramente non faranno molto caso nemmeno all'istantanea espressione estatica del tuo viso che verrà immediatamente sostituita da una decisamente più seria. Che poi.. la mezza ti ha già dato della malata di mente, mentre l'umano non ti sembra proprio un esemplare di sanità mentale. Quindi beh... chissene frega! {Il Mercato è in piazza, impossibile sbagliare. Apre all'alba e chiude al tramonto. E' aperto nei giorni di pioggia. Le armi dovreste comprarle dai Maestri dei Mestieri, costano di più ma valgono molto di più. Per i vestiti potreste contattare i Mercanti della Frontiera: mi hanno detto che stanno svuotando il loro magazzino quindi potreste trovare delle vere occasioni.} Magari queste tue informazioni li calmeranno, chissà! [Malus: Istinto e ragione]

KEVIN |Bancone||Ride. Semplicemente, ride| Com'è che mi hai chiamato? In ogni caso allora manca un pezzo a tutto il mondo. Sono le tue che hanno un problema, non le mie. Ci senti bene almeno? |domanda. La curiosità è davvero forte, in questo momento. Storce il naso| A differenza delle donne, che fanno tanti problemi per un po' di sangue nella sottana -disgustoso, tra parentesi- io mi lamento per un problema serio. |ma non sembra offeso. Porta una mano al petto. No, non si è aperta, ma deve comunque farsi controllare. È passato del tempo dall'ultima volta che l'hanno curato sulla nave, e non sa quanto possa ancora infettarsi. Fa un sorriso| Ma sono stato peggio. E starò meglio. Molto meglio, appena un medico mi avrà visto. Ti risparmio i particolari perché sei una donna. Potresti non reggerne la vista |battuta tagliente. E banale. Si volta solo nel momento in cui la ragazzina richiama la sua attenzione. Mercato. Mercanti della frontiera. Il nome gli suona bene.| Mi serve poca roba. |aggiunge| Dove li trovo questi mercanti della frontiera? |e adesso è leggermente più gentile con la ragazzina, visto che il suo istinto sull'infastidire il prossimo suo come infastidisce sé stesso si sta rivoltando su Geinevre| Forse...forse dei tarocchi. Potrei sempre leggere le carte, non ci vuole molto. Alle donne brutte basta dire che si sposeranno con un uomo bellissimo, a quelle belle con un principe. Cosa vendono? |sembra parlare un po' per conto suo adesso, quasi stesse riflettendo ad alta voce. Più che altro parla tra se e sé, e qualche volta, con se stesso, ci litiga pure. Non è facile vivere con lui.|

GEINEVRE [Bettola - Sala Comune] Questa, tutto sommato, si sta dimostrando una nottata cospicua. Tolti gli esemplari singolari che le è capitato di conoscere, ha scoperto l'esistenza di altri mercanti! Questi altri fanno anche bei prezzi. Possibilità di moneta, tanta non ne ha. Ma piano. Freniamo. Avesse lucidità e serietà a sufficienza per analizzare la situazione, verrebbe fuori un fatto assai singolare: ognuno, rispetto agli altri due, suppone di essere quello sano a fronte della follia comune e dilagante. Che la guerriera di cenere sia diffidente e scontrosa, s'è capito. Tuttavia, riesce a mantenersi assai tranquilla quando bisticcia. Ha imparato ben presto che più ti scaldi, meno ci prendi. Corruga la fronte, poggiando la guancia 'pulita' su una mano e tamburellando le dita con quella libera, come a invogliarlo a ultimare la sua personalissima diatriba. ''Giuggiolone. A quanto pare sei tu che non ci senti. Ma non ti preoccupare, te lo ripeto fin quando non ti entra in zucca. Tra parentesi, su una cosa concordiamo: il tuo è un problema serio.'' Certe cose non le comprende. Conosce l'ironia e il sarcasmo, ma alla lunga si perde per la via. Come ora. Si stupisce, indicando la propria cicatrice non prima d'aver sbuffato su una ciocca di capelli ivi assisa. ''Ma dico, mi hai vista? Posso reggere tante cose, giuggiolone. Certo, meno che una lunga conversazione con te, ma questo non dovrebbe essere un problema, visto che, da come rantoli, o trovi un curatore alla svelta o tirerai le cuoia.'' Stavolta è seria: utilizzando il suo udito, potrebbe dover udire realmente il suo affanno [sensi sviluppati]. ''E dove si trovano i Mercanti della Frontiera?''

ALYESINE [Bancone, FU] Ride il tipo con i capelli lunghi che, fortunatamente, non sono unti. {Il prossimo mese vi cedo il sangue in mezzo alle gambe, poi ne riparliamo.} Brontoli a bassa voce socchiudendo gli occhi e guardando male l'umano ferito. Umani! Che schifo! Ovviamente sei dalla parte della Mezza: è donna e non è umana. Non potevi innamorarti di qualcuno più adatto a te, in effetti. Che poi, in realtà, ti sei mezza fidanzata con un umano, maschio per l'appunto. Questa è un'altra storia. Umano fedifrago, marinaio e pirata. E tuo sottoposto, per ora. Almeno un vantaggio ce l'hai con Cristobal. I due continuano il loro battibecco infinito ed estenuante e tu rivolgi tutte le tue attenzioni al latte corretto che Ricard ti ha preparato. Potresti assaggiarlo di nuovo con la lingua. Solo un'altra volta, Anya, ti prego! Ti prego! Ti pregooooooooo! MIAO! Miaaaao! Maaau! Come si può resistere a quell'insistente e malefico miagolio che risuona nella testa praticamente ogni giorno, ogni ora e ogni secondo della tua vita? Non si può, è ovvio. Ancora uno sbuffo. Come se non volessi farlo, eh? E poi la linguetta si tuffa nuovamente nella ciotola, questa volta con più audacia e meno turbamento. Un secondo in più di prima e poi riacquisti un certo contegno umano. Che poi chi ha detto che il contegno giusto non sia quello animale? Nessuno, è ovvio. Entrambi, poi, reclamano la tua attenzione. {Tre punti} Come le tre domande di prima {Punto primo. Non schiattare qui: non voglio testimoniare in tribunale, sono troppo giovane per essere coinvolta in traffici legali.} E hai più di un motivo per tenerti a distanza dal Palazzo del Governatore e dai Guardiani {Secondo. Nessuno qui vuole sposarsi.} E terzo? {Al momento non c'è un punto terzo, ma sono sicura che qualcosa mi verrà in mente!} Ecco fatto. Non cambi mai, vero Gattina? {I Mercanti della Frontiera sono un tantino difficili da contattare.} Spieghi, infine, a beneficio dei due. Sapere è potere. {Se qualcuno ha bisogno di oggetti, tutto tranne armi, può lasciare una missiva al qui presente Ricard con l'ordinazione e un recapito per una certa Anya. Se qualcuno ha bisogno di un tatuaggio puà lasciare una missiva a Grant, del Sanitarium.} Fai spallucce. Quasi verrebbe da chiedersi, Anya, come fai a sapere tutte queste cose. Saranno così furbi i due? Sì, c'è da chiederlo? [Malus: Istinto e ragione]

KEVIN |Bancone|||Sfregiate. Quello che sono le tue orecchie su un viso che altrimenti sarebbe più o meno carino. Oh non mi fanno paura le cicatrici. Ne ho alcune e ne avrò altre |e non scrolla le spalle solo perché sarebbe un gesto doloroso| Ma puoi essere sincera. Chi te le ha tagliate in due? Forse ha danneggiato la testa |guarda Alyesine, che in questa bettola sembra quella che ne sa di più, rispetto a lui e alla mezz'elfa| Di un po', c'è anche gente normale qua a Barringhton o devo andarla a cercare nei manicomi? Poco tempo fa ho incontrato un vecchio |che avrà più o meno la sua età| che aveva un libro, un coso in latino. Mi piace il latino. Un po' meno quando lo usano per le cose della religione |e storce il naso. C'è una feroce ironia nel tono di voce. Si rivolge nuovamente a Geinevre| Te le mostrerei in camera, possibilmente nudi, quella cosa che fanno gli adulti tra loro, sai? Quello sono in grado di reggerlo, ed anche piuttosto bene |prima insulta, poi ci prova, anche se potrebbe essere più o meno l'ennesimo insulto| A meno che tu non sia in quel periodo del mese. Le donne diventano matte e fanno marcire i fiori. |si gratta la barba sotto il mento. Ma si fa più dolce il tono quando sente ciò che dice la ragazzina. Addirittura ride, e non è una risata cattiva, questa volta| Non ti preocupare. È solo una ferita vecchia, ma devo far controllare i punti. La schiena....beh, sono ferite di frustate, fanno male ma non sono letali. Non sono troppo recenti. È la spalla il problema, ma non intendo schiattare nell'immediato futuro. I miei progetti riguardano donne nude e il sistemarmi un po'. Forse tagliare i capelli e trovare un lavoro |La guarda e sorride. Sembra quasi in qualche modo intenerito| Beh, bei mercanti. Ma tu sai tante cose, ragazza. Posso sapere il tuo nome o devo trovartene uno io? |ne ha già in mente uno o due, e meglio per Alyesine che glielo dica subito| Il mio è Kevin. Un nome come tanti.facile da ricordare| emette un sospiro| Bei mercanti dicevo, se non sono facili da contattare. Ma visto che sai tante cose, sai dirmi anche quanto costa una camicia e un bel paio di pantaloni? E un paio di scarpe forse. Non mi serve sapere il prezzo preciso. Cos'è, ti usano per promuoverli in giro? Saggia decisione. Bionda e carina. Bella scelta. |

GEINEVRE [Bettola - Sala Comune] Si muove un poco sullo sgabello, sistemando la seduta e la spada sulle spalle. L'elsa dell'arma spunta a qualche centimetro dalla sua testa, ma posseduta da lei pare più un orpello che una minaccia. In molti, in passato, le hanno chiesto se sapesse realmente farci o se provasse a farsi bella maneggiando l'acciaio; altri l'hanno messo direttamente in discussione; pochi hanno provato a scucirgliela di dosso, e oggi si portano sulla carne ferite decisamente più profonde di quelle che manifesta l'uomo che di lì a pochi istanti andrà presentandosi come Kevin. ''Hai un modo strano di corteggiare una donna. Tipico degli uomini umani.'' Sì, si riferisce davvero a lui come 'umano', e questo dovrebbe dargli un indizio sulla visione generale delle cose. Sebbene il fatto che reputi le sue orecchie 'sfregiate', e non 'diverse', non la carichi tensione, rabbia o tristezza, ma di banale coscienza: che sia semplicemente ignorante o forse piombato qui da terre straniere, questo non è affar suo. ''Amico mio, l'unica cosa che farebbe marcire un fiore qui dentro è il tuo fiato. E non mi preoccupo: come la giovane qua di fianco, temo d'essere coinvolta in spiacevoli beghe legali.'' Gli sorride, sfoderando la migliore fra le sue espressioni di scherno. Poi si rivolge ad Alyesine. ''Giuggiolone ha ragione'' perché darà loro pure un nome, ma la meticcia ormai ha deciso. Come col cavaliere, è difficile farle cambiare idea. ''Sia sul fatto che tu ne sappia molte, sia...'' si interrompe, la bocca leggermente aperta, cercando di dare un senso a quel che le pare di aver appena visto. Dunque le vecchie dicerie che girano dalle sue parti ci hanno preso realmente. Deve essere matta! ''...perché lo hai fatto?'' Ormai dà del 'tu' pure all'animorph, fissandola con sconcerto.

ALYESINE [Bettola, FU] {Vecchio.} Ripeti. {Libro di latino. Religione.} Sbuffi con l'espressione disgustata sul volto {Dev'essere Goffredo, sicuramente.} Orrore, schifo. Quasi ti passa la voglia di recuperare ancora un po' di latte. Goffredo ti fa... arrabbiare, per essere fine. Perchè sei una femmina e non puoi dire o pensare brutte parole. E poi perchè sei trasparente nelle espressioni e qualcuno potrebbe facilmente leggerle. {Quello dovrebbe essere ricoverato in un manicomio, è ovvio.} La sua maledetta Torre sarà il manicomio, sicuramente. Ruberai la chiave e la nasconderai nel cimitero in mezzo ai cadaveri, così che l'unico modo per scendere sarà per lui quello di schiantarsi al suolo. Ah! Estatica visione che ti fa perdere le parti di conversazione più piccanti. E per fortuna, in realtà. Quando i sogni ad occhi aperti scemano e torni nel presente si parla nuovamente di acquisti. Più o meno. Osservi la mezza con curiosità. Sbatti le palpebre due volte, con l'espressione evidentemente confusa. {Cosa ho fatto?} Perchè, per te, bere il latte (corretto) con la lingua non è che sia poi così sconvolgente. Così come cacciare i topolini o tentare di artigliare le farfalle. O giocare con un gomitolo di lana. [Malus: Istinto e ragione] {Lavoro per loro, di tanto in tanto!} Fai spallucce, cercando di mantenere sotto controllo l'espressione, che dovrebbe apparire tranquilla e rilassata, e il tono di voce. Mentire, quando t'impegni, riesce bene. Non stai mentendo per chissà quale motivo... è che ti piace avere punti di vantaggio sul resto del mondo. [Faccia d'Angelo liv3] Per un momento sposti la tua attenzione sull'umano {Che nome mi daresti? In ogni caso non so farti un preventivo. Scrivi una missiva, vedrai che risponderanno quanto prima.} Rispondere vorrebbe dire tradirsi.

KEVIN |Bettola|||Oh ma io non corteggio. Non voglio sposarti e cose del genere, voglio solo portarti a letto. Sono cose che due persone possono fare anche trovandosi in reciproca antipatia, poche ore piacevoli per entrambi |e fa l'accenno di una scrollata di spalle, solo un accenno.| Quella che hai tra le gambe non serve solo per urinare |ridacchia| Conoscevo attrici che sapevano usarla davvero parecchio bene. Bhe, erano più libere delle altre donne |si perde alcuni istanti nei ricordi. Ricordi recenti. Ha perso tutto per eccesso di ambizione. Per aver sfidato un uomo troppo potente| Umani? |si carezza la barba| Se sei un diavolo torna tra qualche anno, non intendo schiattare tanto presto, come dicevo alla biondina. Quanto al mio fiato....per provarlo devi baciarmi |ride |adesso| Bello vedere che Lady Orecchiesfregiate crede che io abbia ragione. Un soprannome a testa, bionda numero due. Quanto al vecchio non mi ha detto il suo nome. E spero non avesse la mia età, me ne riterrei davvero offeso e dovrei ucciderlo per lavare l'onta |di nuovo va a carezzarsi la barba| mi ha invitato in biblioteca dopo aver visto i miei libri. |sospira, come se quell'uomo non gli fosse poi così simpatico. Ma vuole vederla, questa biblioteca. Carezza ancora la barba.| Bionda numero uno. O informatrice, è un bel nome, no? |secondo lui. Finisce ciò che ha nel piatto, beve un sorso di birra. Le sopracciglia si aggrottano| Tagliano anche i capelli? Barbieri intendo. In cambio lascio i miei, qualcuno se li comprerà. O magari li comprano loro |e di nuovo, tenta una scrollata di spalle che però non riesce bene come vorrebbe. Ha decisamente bisogno di un medico, prima ancora che di altri vestiti o armi. Poi sospira| Vi interessa davvero così tanto cosa è legale e cosa no da non voler vivere liberi? Io vivo come meglio mi interessa. Odio chi mi pare, uccido se serve. Non mi importa granché della legge, è fatta per le pecore. Perché mai dovrebbe interessarmi cosa pensano un gruppo di vecchi bavosi come quel pretino? Siete giovani. Vivete e fregavetene, e se andate in galera...scappate. |un discorso un po' strano, leggermente esasperato da quel ''beghe legali'' ripetuto due volte. Ma lui era il Re di Cuori, ora al massimo è il Re degli straccioni. Lui era il poeta maledetto, lui era a capo della Corte dei Miracoli, era Giudice altrui. Giudice senza che nessuno gliel'avesse detto.| E poi siete donne. Se qualcuno vi da noia, fate le fusa e cadrà come un'idiota ai vostri piedi. |non ce la fa davvero a non fare un'ultima battuta|

GEINEVRE [Bettola - Sala Comune] La mezzosangue non riuscirebbe, in condizioni normali, ad acchiappare una menzogna neppure se le svolazzasse a un palmo dal naso e lei avesse un retino fatto apposta per intercettare le bugie. Figurarsi ora che la menzogna stia seguendo passo passo una più che spontanea, ingenua spiegazione a un atteggiamento tutt'altro che normale. Scuote la testa, mostrandole il palmo di una mano infoderata in un guanto stretto e scricchiolante. La sua espressione pare suggerire di lasciar correre, ché è meglio! Piuttosto, torna a osservare l'uomo ferito, roteando gli occhi col fare eloquente di chi vuol convincere il proprio interlocutore di un fatto tanto obiettivo. ''Non dubito che sapessero usarla, Giuggiolone. Non dubito neppure che, essendo attrici, sapessero... recitare. Fingere.'' Il resto, lascia che lo sbrighino i due. Non conosce nessun vecchio, non parla il latino e gli unici libri che ha letto, li ha conosciuti molte, molte lune addietro: quando suo padre le raccontava ancora le favole e, prima che lei scivolasse nel sonno, le insegnava a leggere. Afferra distrattamente lo stesso cartiglio sul quale ha scritto il nome dei maestri dei mestieri e - non prima di essersi fatta prestare un pennino e dell'inchiostro - vi scrive sopra con una calligrafia ordinata. Il biglietto finisce poi nelle mani dell'Oste. ''Consegnatelo a questa 'Anya', per cortesia.''

ALYESINE [Bancone, FU] Ecco, brava mezza. Meglio non indagare. Saggia scelta. Scrive un biglietto che viene consegnato a Ricard che da bravo Oste lo intasca e forse prova anche a non guardare dalla tua parte. Questo non puoi deciderlo tu che, però, tenti di trattenere un sorrisetto avvicinando nuovamente la testa alla ciotola: tanto ormai sei stata scoperta, una leccatina in più o una leccatina in meno non farà la differenza. [Malus: Istinto e ragione] Bionda numero uno. Informatrice. MAH! {Spero non abbiate figli. Avete un pessimo gusto in fatto di nomi.} Commenti, per nulla decisa ancora a rivelare loro il tuo vero nome. Men che mai gli dirai che quel fazzoletto rosso al polso sinistro ti identifica, in realtà, come Signore della Frontiera. Come Aspis. Mai, comunque, cambierai il tuo nomignolo in Aspis (come dovresti fare). Esiste un solo Aspis ed è Gildor. Punto. Tu sei semplicemente ANYA. {Non penso taglino i capelli, ma forse questa graziosa mezzelfa potrebbe aiutarvi con la sua bella spada. Ha l'aria di una che sa quello che fa.} Rivolgi un sorriso trentadue denti alla femmina (tipo stregatto, per intenderci) e uno trasognato al maschio (tipo scema del villaggio, sempre per intenderci).

KEVIN |||E tu lo sai perché fingi spesso, vero Orecchiesfregiate? Sempre che tu abbia esperienza in merito. In ogni caso la mia camera è la seconda a destra. Diciotto passi dopo le scale| Mellifluo il tono, anche se quella camera preferirà chiuderla a chiave. Sa che le donne sono anche parecchio vendicative| Non ti preoccupare, fingono le donne che non hanno incontrato quello giusto. Ammetto in un paio di occasioni di non esserlo stato |emette un sospiro| ma in tutte le altre si. Il fatto è che voi donne siete tutte strane. |Poi azzarda. Azzarda una richiesta| Posso toccarle? Le orecchie intendo. Sono curiose. Non credo di averne mai viste prima. |ma non allunga la mano| Nah, non sono adatto ad essere padre. Ne ho un po'. Ma non li ho mai contati| ed è l'unica cosa che davvero non hai mai contato in vita sua. E lui conta tutto. È fisiologico per lui. Sta fisicamente male, se non conta.| Due facce. Ecco come dovrei chiamarti |Ha notato quel doppio sorriso.| Quanto alla fanciulla con la spada, è troppo grande, e dubito si avvicinerà mai alla mia testa. Preferisco qualcosa di più piccolo come un coltello. I medici sanno usarli bene. Chiederò a loro. |e magari avrà anche un aspetto diverso dallo zingaro che è adesso|

GEINEVRE [Bettola - Sala Comune] L'animorph continua a sleccazzare la sua bevanda - un miscuglio fra latte e alcol ben avvertito dalle narici della mezza - come fosse un'amabile bestia, piuttosto che una giovane tanto piccina. E lei la guarda, stranita ma curiosa, cercando di capire se lo faccia davvero o se stia fingendo per attirare interesse. Ancora una volta, Kevin si guadagna l'attenzione della mezzosangue a suon di battute equivoche: ora come per tutta la notte, non si ritroverà a fronteggiare una fanciulla infastidita o arrabbiata, ma la maschera intelligibile di una guerriera armata di uno sguardo di ghiaccio. ''Certo che puoi. Ma non potrai ritrarle, perché saranno più sfregiate delle mie orecchie.'' Che non ami il contatto fisico, l'individuo claudicante potrebbe capacitarsene credendole sulla parola oppure azzardando un'azione tutt'altro che consigliabile. ''Temo di non essere la persona più indicata'' replica ad Alyesine con un sorrisetto divertito. ''Potrei tagliare troppo a fondo. Non sono mai stata tanto precisa...'' Si alza in piedi, dedicando un'occhiata all'Oste e facendo risuonare una manciata di monete sul bancone. ''Se questa Anya si fa viva e tu le fai da tramite, falle pure sapere che potrebbe avere un cliente: Ginevra.'' Si allontana infine in direzione delle scale, salutando i due: ''Ragazzina, è stato un piacere. Vecchio, fatti curare. Buonanotte.''

ALYESINE [Bancone - Esterno, FU] Oh, fa sul serio! E' una cosa più forte di lei, molto più forte di lei. Il latte non lo finisci, forse perchè è diventato freddo, forse perchè il Gatto si è stufato. Non lo sapremo mai! I soldi sul bancone comunque li lasci, destinati a coprire solo la tua ordinazione, questo è scontanto. Non sei tirchia, in realtà, ma voi Contrabbandieri vivete di quel poco che riuscite a guadagnare con le vendite e i tatuaggi. Ed è, appunto, poca roba. Con un agile saltello scendi dallo sgabello (è troppo alto per te, tra l'altro) e cominci ad infagottarti nuovamente per benino: prima la mantella e poi la sciarpa. La vestizione è una cosa importante, molto importante. La mezza sfugge, lasciando un nome. Ginevra. Come la moglie sterile di Artù e l'amante di Lancillotto. Ah, bene! {Ci rivedremo} La saluti, facendole un cenno con il capo. Quindi ti volgi a Ricard, allungando semplicemente la mano destra sopra al bancone: lui recupera alcuni fogli di pergamena e li deposita su quel palmo avido. Gli sorridi e quindi ti rivolgi all'umano {Porta d'ingresso della città, costeggiate le mura fino all'angolo. Lì troverete il Sanitarium. Non schiattate prima.} Lo saluti così, tornando al "voi", prima di rigirarti e cercare di guadagnare l'uscita. Non vedi l'ora li leggere quelle missive!

KEVIN |||Tagliente come la tua spada |La prende in giro, sorridendo| Buonanotte allora, fanciulla dalle orecchie sfregiate |finché non saprà il suo nome la chiamerà così. Ha deciso ormai. Ah no, ecco che lo dice, anche se non a lui. Si rialza in piedi. È sazio. E intenzionato a salire di nuovo in camera. Non ha finito la cena, durante il tempo di prigionia il suo stomaco si è abituato a mangiare molto poco. Alla ragazzina rivolge un sorriso| Te l'ho detto, non intendo morire tanto presto. Ma al sanitarium dovrò andarci, già....| sussurra, prima di tornare anche lui verso la camera. Lentamente. Contando i gradini. Uno ad uno| [Exit]



[[ . Alyesine Jaqueline Michelle Von Helsing . ]]