PARTE RHIANNON
ROSELINE { Pressi altare }{ Fronteggia l'altare, guarda le tre nicchie. E' stanca, è provata, la mano destra le sanguina, il petto anche. A coprirle la testa c'è solo il velo nero che le ha donato la Magistra dell'Alba, mentre il corpicino magro ed esile è completamente nudo. Nella mano sinistra, quella sana, stringe con forza l'athamè, tanto che le nocche sbiancano. I capelli, solitamente impeccabili, le ricadono attorno al volto in mille ciocche scomposta, madidi di sudore e lacrime. Tutto in lei appare stanco e sconvolto, eppure si regge ancora in piedi. Come sia possibile questo, la Diaconessa non saprebbe dirlo.Sa solo che deve farlo, che deve stare diritta, che deve fronteggiare la Triade, che dovrà vedersela con la Nera adesso, cui ha giurato fedeltà e devozione assoluta. Obbedirà, l'ha giurato. Anche se questo dovesse condurla alla morte [volontà ferrea +1] }
KRYSLIIN )Davanti all'Altare ° pressi Tre Nicchie( Non vi è altro che buio e ombre sul tuo viso, ancora sfinito, ancora legato all'oblio oltre i tuoi pensieri, a dolori che sono dell'anima e del corpo. Sanguina lentamente la tua mano ferita dal rosso meriggio e il cuore che trasfigura altro fiume di sangue caldo sul tuo candido petto. Sei davanti all'Altare, la tua chioma chiarissima si confonde e si oscura anch'essa sul drappo di stoffa che ti copre il capo, il velo sui tuoi occhi è calato, ma sei rigida, rimani immobile, vortice di freddo arriverebbe dalla tua imago che altro non potrà che cadere ancora tra le Sue braccia, nel nero dell'Oscura, a lei giuri ogni cosa, come è avvenuto da poco tempo ma è già infinito il tuo destino. A cosa chiederai le forze, quando non hai altro che le tue sorelle, le uniche luci che girano e ti inondano la vista come i pensieri. Tenteresti di andare oltre il dolore che senti, manterresti la tua concentrazione ad ogni loro movimento, ad ogni cosa che tenterebbe di sollevarti dal sangue e dal buio.
CALLISTA {.Stanza dei simboli-> Presso Altare.} . La porta della segreta Stanza dei Simboli viene richiusa lentamente dietro le spalle di una figura che conosce a perfezione ogni crepa su quelle possenti mura, ogni gradino imperfetto sul quale evitare d'inciampare. Veste di nero, il colore dell'Oscura, il colore della notte che tutto dipinge d'ombre nei passi della Somma Stella. La luna è imperfetta, piegata su un lato, pronta a spezzarsi. Pronta per iniziare una nuova vita. E' la notte di Sahmain questa, ma il momento per festeggiarlo si lascia attendere. Ancora un poco, solo il tempo di qualche respiro. Sente l'eco di quattro sorelle pulsare nel suo sangue, il loro odore riempirle le narici, le loro ombre afferrarla e trascinarla con sè. Non solo di nero ella si scopre, avanzando con una ciotola di legno tra le mani, affacciandosi nella navata centrale del Tempio. C'è l'oro che illumina le sue mani, stretto nell'intreccio decorato sulle maniche e lungo la vita, talmente sottile da poter esser afferrata e gettata in un angolo. Soffre, come stanno soffrendo quelle quattro Figlie di Rhiannon, appese ad un invisibile filo che le mantiene in vita. Tintinnano leggermente le rune appese alla cinta dorata, incontrando e lasciando in una danza continua, il nero manico dell'athame. Perfino la stella sulla sua fronte è dello stesso colore di quelle donne che infine raggiunge. Differenti età, razze, origini. Eppure sono tutte uguali, tutte vittime sacrificali. Il sangue riempie gli occhi ormai di un verde sbiadito della Dama del Lago, ma non c'è alcuna pietà o commiserazione per le quattro ancelle del Vespro. Hanno vinto e superato le loro paure e ne rimane solamente una. La peggiore. Da quella più giovane, non d'età ma di chiamata alla Vecchia ella si avvicina. Krysliin, colei che ancora sta forgiando su se stessa quel manto che forse non riesce a riconoscere come suo. Innanzi all'irlandese la Somma arresta il proprio passo raccogliendo tra le minute dita candide quel miscuglio d'erbe velenose che ha appositamente scelto e preparato per loro. [//Potere della Stella liv.6] Foglie di giusquiamo tritate e rossi fiori di papavero. Ne prende una manciata, attendendo che la Sacerdotessa apra le labbra ed assorba in sè i loro poteri. E i dolori che presto inizieranno.
KRYSLIIN )Davanti all'Altare ° pressi Tre Nicchie( Non senti nemmeno il passo della Somma che arriva davanti a te, alzeresti lo sguardo sulla sua figura per poi confonderti nel suo sguardo chiaro ma inabissato in lei. Non accenni a nessun dolore, eppure saresti allo stremo, al confine di ogni sensazione e percezione, ma non è finita, un'ultima prova attende le quattro ancelle dell'Oscura. Avresti già sentito il dolore dell'Alba, del Meriggio...ora ne rimane una quella che la Somma si appresterà a svolgere, per dichiararvi pronte e sempre Sue. Ti inumidiresti le labbra, lasceresti andare qualche respiro e in sol dopo un veloce attimo capiresti che dovrai ingoiare dlle erbe preparate per voi. Il tuo sguardo lambisce tra i ghiacci ma sai che la Dama del Lago legge ogni tuo pensiero, guardandoti, così esile e fragile eppur il tuo corpo verrà temprato come la tua mente. La stella nera sulla tua fronte non ha pietà di te, come non è Rhiannon. Ti preparai ad un altro viaggio, dischiuderesti quindi le labbra per masticare e poi deglutire quella sorta di droga che ancora ti spingerà oltre la tua casa. Ma sarà veloce il tempo, perché sarà di nuovo dolore, nuovamente Ella potrà vederti soffrire...dilaniandoti facendo di te ciò che vuole.
CALLISTA {.Pressi Altare.} . Non si cura della neo Sacerdotessa e perchè dovrebbe? E' stata scelta dall'Oscura e probabilmente non a caso, prima che la Ruota dell'Anno termini ed esaurisca la sua luce. Accanto a lei, sta respirando, sofferendo, con i sempre perfetti boccoli piegati in maniera innaturale, la nera Diaconessa. Glaciale come sempre, ispida come mai. Si riconosce spesso in lei, la Dama del Lago, come se fosse nata dalle sue viscere e non da quella stellina che le ha impresso più volte. La guarda negli occhi, la sfida. Vuole testare la sua resistenza, vuole andare oltre ogni confine che sia mai stato superato. La stoffa nera del lungo abito si muove leggermente, spostandosi di quel passo sufficiente a trovarsi innanzi alla francesina viziata. Nessuna parola, nessun respiro. Ripete, meccanicamente, lo stesso gesto compiuto dapprima, raccogliendo nel palmo della propria mano le foglie e i petali essicati e tritati. Li porta davanti alla sua bocca, attendendo che vengano accolti come se fossero il dolce più bramato.
ROSELINE { Pressi altare }{ Il velo non custodisce la sua nudità, non la protegge. Sta ancora ferma, ancora ritta, ancora non si spezza quando la Dama del Lago giunge, e non c'è traccia di paura sul volto [sangue freddo +3] Se la tiene racchiusa nel cuore, e non lascia che il sangue che scorre se la porti via. Non si volta a fissare Callista, non a preoccuparsi della nuova piccola Luce oscura. Sa che adesso toccherà lei, e quando la Somma la fronteggia è pronta. Sostiene il suo sguardo, e con un movimento automatico sposta il velo di poco, con la mano ferita, macchiandolo appena di sangue. La fissa, e le pare di essere sospesa per un lungo istante. Non abbassa lo sguardo, piuttosto lo punta nelle iridi sbiadite della Domina. Vorrebbe odiarla, vorrebbe odiare lei e la Nera per il dolore che ha patito nelle ultime ore. Vorrebbe sputare ai suoi piedi, rinnegarla, ma ha giurato e, suo malgrado, la ama. La ama come mai ha amato essere di carne e sangue. Quindi sorride, incredibilmente sorride. E' un sorriso incattivito, sofferto e pungente, il sorriso di chi sa. Perchè Roseline dell'Inverno ha già capito, a quanto pare. E mentre le labbra sottili si schiudono, lei chiude gli occhi, ed una lacrima si stacca dalle ciglia chiare pallida e sola, fluttuando un attimo nell'aria per poi cadere inevitabilmente a terra. Il veleno viene masticato, ingerito, prima che la lacrima tocchi il suolo. E subito comincia a fare effetto }
Nessuna di loro batte ciglio. Sanno a cosa stanno andando incontro, conosco o stanno imparando a conoscere la Verità, attraverso gli occhi vuoti dell'Anziana, che ora nella figura della Dama del Lago si riflette. L'attenderanno, questa notte, perchè Ella giungerà glaciale e non risparmierà nessuno. Tantomeno le Sue figlie. Giunge il silenzio della Morte nelle orecchie delle nere Sacerdotesse del Tempio, spira il vento del dolore. Sarà la prima a perdersi in quel limbo Krysliin, a sentir la pietra scivolare sotto i suoi piedi. Non affonda, no. Si libra alta nel cielo. E da lassù tutto vede: le figure delle Sorelle avvolte nel nero velo ed il capo dorato della Somma Stella. Non solo. Vede perfino se stessa, come un piccolo puntino nero nella penombra della notte. E poi, d'improvviso, nulla più conosce. Non il tempo, che scorre rapido sulla sua immagine. Arriva l'alba, poi il sole splendente e di nuovo la luna. Continua così, all'infinito, in maniera talmente rapida che è impossibile comprenderne un singolo attimo. Anche Roseline scivola delicatamente nell'oblio della Sua Signora, ma non è nel cielo che le par di volare. No. Il vuoto innanzi ai suoi occhi si squarcia, o meglio, viene squarciato. Una profonda lama ne apre i confini, tagliandone la superficie come se fosse di marzapane. E dall'altra parte di quel muro inesistente, c'è una vecchia signora ad attenderla, ad allungare la propria mano verso quella della Diaconessa, come se le stesse chiedendo di superare ogni soglia, raggiungendola.
HAGALL { Pressi Altare . FU } . { La mente corrotta dai fumi degli incensi, persa in un limbo che le addolcisce malamente la lingua con un sapore che s'insinua fino alla gola, facendola pizzicare appena. La testa si svuota e la stella nera che ha tatuata in fronte diviene l'unico vero occhio in grado di vedere. Brilla, poiché la Sua Mano s'è stesa su lei e sulle sue sorelle, come un faro nella notte (//Luce di Stella liv3). Gli occhi, quelli veri, sono ciechi al Tempio e all'Altare. Orbi alle Statue e alle Colonne. Sente la presenza di Callista, sente quella di Chloe, di Roseline e di Krysliin. Sente la presenza di Rhiannon. Immobile, come una sagoma intagliata nella notte e nel legno. Un pezzo su cui due coltelli hanno già inciso il petto e la mano. Non parla. Non si muove. Sa che le anime attorno vegliano sulle Ancelle della Nera ed ella attende, pregando. }
CHLOE { .Pressi Altare. } Un corpo straziato dalla sofferenza, ferite e bruciature che questa volta son state inferte da Sorelle che non conoscono questi dolori. Un'anima che aspetta il volere della Sua Signora, il capo è chino ma gli occhi son ben aperti e lo sguardo è posato sulla statua d'ebano altera e severa dell'Oscura. É provata e stanca, una mano e il petto continuano a sanguinare, le ustioni sembrano ancora così vive sulla pelle diafana. Ancora è nuda, solo il volto è coperto da un leggero velo che ne nasconde le emozioni, nasconde al mondo quelle profonde sofferenze. Resiste ancora la Stella, la Figlia Prediletta della Tessitrice non può cedere adesso, in sua presenza, si sazierà di quella presenza e ne trarrà la forza necessaria per superare anche questa prova [//Volontà ferrea +2]. Solo cieca obbedienza, solo cieco timore, nessuna pietà.
CALLISTA {.Pressi Altare.} . Supera la figura della Diaconessa, osservando il suo volto attraverso il velo, in quel breve istante in cui questo viene rimosso. Ci sono occhi di ghiaccio che riflettono ormai la presenza di Rhiannon dentro di lei. Altro non può fare, la Somma Stella, che lasciarla al proprio destino, al sentiero che l'Oscura ha ora scelto per lei, per la sua preparazione. Si volge verso Hagall, verso quel profondo abisso che percepisce solo sfiorandola con gli occhi. Avvolta dalla luce argentata della sua stella, la Dama del Lago avanza di un nuovo passo, fino a trovarsi direttamente innanzi a lei. Alla sua scura pelle che ne tradisce le origini, ai suoi occhi d'ambra che diventano ogni giorno più chiari. Come ha fatto con le altre, afferra con le dita il composto contenuto nella ciotola di legno, avvicinandolo alle labbra della Magistra. Foglie di giusquiamo e fiori di papavero. Per farla sprofondare in quel mondo che ormai ben conosce e ha fatto suo. Rimane solo Chloe, la prediletta di Rhiannon, la Stella del Vespro. Si scosta leggermente, la Somma Stella, dal corpo tatuato di Hagall, per trovarsi innanzi all'alta figura di colei che fu sua Maestra, che la prese per mano e la condusse verso l'oscurità. I ruoli sono ora invertiti, perchè la stessa mistura trattenuta nel palmo della mano, ciò che ne resta, viene fatto avvicinare alle labbra della nera Stella, attendendo che anch'ella scosti quel velo che le copre solamente il volto e accetti la prova della Vecchia.
KRYSLIIN )Davanti all'Altare ° pressi Tre Nicchie( E'un soffio, un respiro quello che senti di te stessa perché altro non c'è. Le erbe schiacciate e tritate farebbero il loro effetto, in cuor tuo inizi a comprendere ora, su quello stesso cuore che sta sanguinando e che assorbirebbe ogni minima forza che dentro quel corpo schiavizzato conserveresti. Scivoli però, ti innalzi da quella posizione e diventi una proiezione, un miraggio. Ci sono due Krysliin, una che vive ogni cosa di quel momento e l'altra che guarda solamente. Vedi il sangue delle tue sorelle, il tuo e il nero che poi ogni cosa muta ancora in modo veloce e irrazionale. Rimani sospesa, immobile, come se non avessi una volontà propria per far anche qualsiasi cosa. D'improvviso tutto si traforma ancora, la notte e il giorno si susseguono in un ritmo anomalo ed innaturale, perfino il tempo perde la sua materialità quella potenza intrinseca. Gioca con te l'Anziana, ti mette alla prova, ma lasceresti andare la visione, quello che, sotto i tuoi occhi verdi e lucidi, ora starebbe passando. Non senti nulla di te stessa, solo gli occhi si muovono, l'anima non si confonde rimanendo vigile e presente, perché sei ancora dentro quella te soffre e la ama... Cosa potresti fare di più?
ROSELINE { Pressi altare }{ Non è più lì. Perchè nel momento in cui le erbe prendono possesso del suo corpo il terzo occhio si apre, e Vede. La stella nera sulla fronte comincia a brillare violentemente, di una luce argentea e cruda [ luce di stella +2]. Le iridi sono slavate e sbiadite, gli occhi, quelli di carne e sangue, spalancati su qualcosa che può vedere solo lei attraverso il dono, quel dono che è anche una maledizione. Ed paradossale se si pensa che solo ora, nel momento in cui le erbe soggiogano il suo corpo, la Diaconessa si sente libera. Libera dal fardello terreno, e catapultata in un mondo diverso, in vuoto che non tarda ad aprirsi. E quell'istante magnifico termina quando losquarcio diventa troppo grande. E' di nuovo Roseline dell'Inverno adesso, sembra avere di nuovo occhi tangibili, sembra fissare qualcosa di reale. La mano ferita si tende, come schiava di un ordine silenzioso. Studia la vecchia, non la riconosce, eppure fa mezzo passo avanti, il braccio bene teso verso la sconosciuta. Il velo ondeggia piano attorno ai piedi scalzi, le ferite sanguinano ancora, lo spirito è fiacco. Ma in quel momento sembra non avvertire niente di tutto questo. O almeno, la vecchia non potrebbe vederli sul suo viso pallido e stanco [sangue frdddo +3] }
Perfino la nera Magistra non riesce a sfuggire a se stessa, a colei che ha chiamato Madre, che le ha dato e tolto la vita nello stesso istante. Il potere delle due erbe, combinato, altro non fa che permetterle di rifugiarsi nell'angolo più buio del proprio io. Non ci sono voli e nemmeno squarci, per lei. Solo la realtà. O quella che fu. Una forte luce la invade, talmente abbagliante da impedirle di comprendere se le altre sorelle sono accanto a lei. Una luce che la divora, perchè è ancora lontana da raggiungere, ma inesorabilmente si sente spinta in quella direzione, ammaliata da quel bagliore, che ad ogni costo deve raggiungere. Nel frattempo, Roseline coglie la mano dell'anziana che non conosce, superando la soglia tra i mondi. Il volto della donna è completamente ripiegato su se stesso, in una fitta ragnatela di rughe. Un odore acre, insopportabile. { Conosci gli uomini? } le domanda, sputando verso terra { Dimmi, non credi che la Dea li abbia fabbricati facendogli ciondolare fuori del corpo la parte più vulnerabile del loro ventre come un budello dimenticato? } Ride delle sue stesse parole, felice e grata che la giovane sia con lei, conducendola per mano verso una vecchia baracca diroccata { Ho un progetto per te, seguimi }. Al contrario, Krysliin sta vivendo quella che le par essere solo una continua spirale di mondi e vite, osservando tutto questo quasi con meraviglia, con amato stupore. Ancora non conosce i graffi di Rhiannon e dall'alto delle mura antiche, vede le stesse stringersi verso di lei, chiudendola in una piccola scatola oscura. Un rumore sopra il suo biondo capo le fa intuire che qualcosa si sta muovendo. Qualcosa che non ha un corpo, ma mille braccia.
CHLOE { .Pressi Altare. } Osserva fuggevolemente la Dama del Lago che porge ad ognuna delle Sorelle quella droga che le farà viaggiare e star male fino al limite, fino a quando il corpo non rigetterà il dolore e si risolleverà da quei momenti lacerato e sfinito. Alza appena il capo quando le si avvicina, dal velo scorge lo smeraldo ormai sbiadito dei suoi occhi, vorrebbe sorriderle ma non ne ha la forza. Vorrebbe forse chiederle aiuto, ma sa che questo deve farlo da sola. Si alza la mano mancina a sollevare parte del velo e lasciarsi portare alle labbra quelle erbe dal sapore amaro, le sente sulla lingua ed è pungente il sapore, mastica quella mistura, una smorfia le incrina il volto e gli occhi si chiudono sapendo già che ciò che sta per intraprendere non sarà piacevole nè tantomento facile.
HAGALL { Pressi Altare . FU } . { Quando la presenza di Callista si fa più forte, schiude le ciglia e lascia che la vista umana si posi sul viso della sorella, maestra e madre. Non sorride, seppure nel fondo dei suoi occhi, insieme alle ombre e all'ambra, vi sia un legame che non ha bisogno di esternare, perché l'altra possa vederlo. E la, dove il colore stinge per nutrire col calore il gelo delle anime, in quelle iridi consunte come pezze di un abito sgualcito, c'è la forza del vento che trasporta i sussurri ed i misteri. I segreti. Le rune. Continua a brillare la stella (//Luce di Stella liv3) e pare quasi divampare appena quando il composto venefico le raggiunge la gola, cancellando col proprio passaggio ogni traccia d'altro. Deglutisce e richiude le labbra e gli occhi. Come fosse morta. Come se quello fosse il pegno per pagare il suo personalissimo Caronte. Poi, all'improvviso, il buio si squarcia e si spalanca, divorato da una luce così abbagliante da essere terribile. Invadente. Unica. Eppure è una luce invitante. Distante ma ammaliante. Ed ella deve raggiungerla. Ogni fibra del suo corpo la pretende. Così cerca di andarle incontro. Fra i pensieri. }
ROSELINE { Pressi altare }{ Ascolta le parole della vecchia, la guarda, la fissa a lungo stringendole la mano. Per ora non le dice nulla, si limita a sentire ciò che ella a da dirle, mascherando le proprie inquietudini [sangue freddo +3]. Il suo volto sembra quasi spaventarla, e c'è un odore che aleggia lì attorno, un odore che la disgusta e che le fa arricciare un poco il naso. Le prime parole della vecchia la fanno riflettere. Conosci gli uomini, Roseline dell'Inverno? E stenta a capire la sua allusione, senza tentare nemmeno un sorriso di circostanza } Io non conosco gli uomini { confessa la vergine, seguendo l'anziana con passi indecisi, lenti, inciampando quasi nel velo } Chi sei tu? { domanda quindi, cominciando a a guardarsi attorno e scorgendo non troppo lontano il profilo di una baracca malconcia. La sola idea di dover entrare lì dentro assieme a quella vecchia la atterrisce, e lo sgomento si potrà forse intravedere nella piega delle labbra, semi dischiuse. E mentre lo spirito si trova in un altro mondo, il corpo della Diaconessa comincia a cedere. Le ginocchia si piegano, e sembra sul punto di cadere mentre la stella continua a brillare [ luce di stella +2}
KRYSLIIN )Davanti all'Altare ° pressi Tre Nicchie( Rimani sospesa o forse no, forse stai guardando qualcosa che non esiste, come può superare la notte il giorno? Come possono essere così lontane le tue sorelle, sempre più distaccata da loro perché le vedresti lontane e sfuggenti. Ma sono altre le cose cui andresti ad accorgerti mentre le mura della Sua casa si stringono a te, ingoiandoti dentro di loro per poi voltarti e riconoscere un piccolo spazio in cui non azzarderesti alcun movimento. Il nero ti copre, ti veste ripetutamente e allora è in quel momento che brilla la tua stella, un colore argenteo e opaco ma avrebbe la sua potenza in quel minimo bagliore [//Luce di Stella +1]. Una luce soffusa per sentirLa mentre alzeresti lo sguardo in alto spinta da alcuni rumori. Non vedresti nulla, forse non ci sarebbe nulla da vedere ma da sentire. Non ti confonderesti con il tuo respiro, ma allungheresti l'udito a qualcosa che ti parrebbe strisciare verso di te.
Paradossalmente, le Sacerdotesse stanno vivendo i loro incubi peggiori, ma il corpo non ne soffre, ad eccezione delle ferite che la purificazione e il coraggio hanno inciso su di loro. L'ultima, forse quella che più volte ha conosciuto i misteri delle erbe, quell'elfa che mostra alla Somma Stella solo il ghiaccio puro dei suoi occhi, non avverte nulla. Vede Callista che lentamente si sposta dal suo corpo, indietreggiando di alcuni passi. Scostando il capo avvolto nel velo, riesce a vedere chiaramente, ma con nessuna sensazione alterata, le tre sorelle che, come lei, sono ferme davanti all'Altare. C'è chi rimane ferma con il corpo, chi si inginocchia. E per Chloe, tutto questo è la normale realtà. La Statua di Rhiannon è immobile. Nulla è mutato.
Hagall scivola verso quella luce che l'attrae, che l'invita con forza a raggiungerla. Non ci sono passi in questo limbo in cui è stata rinchiusa, solo la velocità dei pensieri. E nei suoi, c'è la convinzione d'essere ormai divenuta più piccola, una neonata capace solo di comprendere che quella che ha davanti è la Vita. Piccole le mani che afferranno il nulla, scuri gli occhi che corrono con gioia e fiducia nella penombra. Roseline rimane stupita dalla donna e dalle sue parole e non c'è silenzio che possa oscurare la sua voce. Giunge rapida la risposta { Chi sono io? Io sarò te, non vedi? } Ed in effetti il colore degli occhi della vecchia è lo stesso di quelli della Diaconessa. Ma, nel mormorare questa verità, la presa tra le due mani viene meno, lasciando Roseline da sola con un fantoccio, una bambolina semplice da afferrare, ora che è caduta a terra, tra la polvere. Una piccola lei, fatta di vecchi stracci e sporcizia. La luce della stellina sulla fronte di Krysliin si illumina e le permette di vedere che in effetti, tra quel piccolo rifugio che si è costruito attorno a lei, ci sono braccia composte da bianco fumo che tentano di afferrarla. C'è una sola Verità, per tutte quante. Coglietela e ve ne libererete.
CHLOE { .Pressi Altare. } Il gusto amaro ancora le pervade la bocca, ha masticato e inghiottito eppure nulla è mutato davanti a lei, niente è come è sempre stato quando ha preso certe droghe. Solleva un poco il velo per controllare, ma nota solo la Somma Stella che si allontana e volgendo il capo in direzione delle Sue Figlie le vedelì, chi immobile, chi inginocchiata, ma niente di più. Cosa sta succedendo? Lo sguardo si sposta ancora per capire cosa stia accadendo, perchè la sua mente non è in quel limbo in cui la Velata la porta, in quell'immenso vuoto che è così abituata a sentire. Perchè? Perchè? Perchè? Gli occhi si spostano da una parte all'altra del Tempio, volge le spalle a Callista per guardarsi intorno. Niente, tutto come era fino a poco prima. Vorrebbe urlare ma è paralizzata dalla paura. Perchè l'Oscura la tortura così? Non è più la Sua Figlia Maggiore? Non è più degna di quella stellina che porta sulla fronte? Vorrebbe piangere, vorrebbe strapparsi la pelle ma resta immobile, a scrutare quel niente che la sta uccidendo.
HAGALL { Pressi Altare . FU } . { Poche sono le certezze nella vita di una sacerdotessa. Soprattutto per le figlie della Velata. Perché le domande si accavallano e le risposte vanno cercate con cura e lungo una vita di sacrifici. E magari non le si raggiunge mai. Perché infondo, la saggezza della Vecchia, si assimila nel viaggio, non nella mèta. Eppure in questa luce, ha una certezza. È una neonata. Davanti a lei la vita. Davanti a lei si tendono le braccia paffute e le manine cercano di afferrare quella luce chiudendosi a pugno. Gli occhi sono enormi, come quelli di tutti i bambini. Sul suo viso sente i lineamenti tirarsi e stendersi in un sorriso. Un sorriso di gioia pura e nel suo petto non sente la lupa ma una grande voglia che tamburella vivace. La penombra non la spaventa, la lingua passa divertita sulle gengive prive di denti. All'esterno, invece, la Magistra è immobile. Nera. Con la stella che brilla ancora (//Luce di Stella liv3). Nei pensieri cerca di gattonare. Di sistemarsi in modo da potersi muovere. Ma è allora che decide di allontanarsi da quella luce. Tenta di arretrare. Non spaventata, ma legata a tutto ciò che è opposto a quel bagliore. Lei appartiene alle Ombre. E non ha intenzione di nascere. Non nella Luce. }
ROSELINE { Pressi altare }{ si lascia condurre, sebbene a malincuore, dalla vecchia. E le sue parole le fanno sbarrare gli occhi, morire la voce in gola } Cosa? { la fissa inorridita e disperata, e proprio in quel momento qualcosa sembra cambiare. Le mani della vecchia - le sue mani - scivolano via, e l'altra Roseline si allontana, svanisce, lasciandosi dietro dell'altro. Una bambolina. Una semplice bambolina che le assomiglia molto, che cade in terra, che si sporca nella polvere. La Diaconessa si piega, si abbassa sulla terra, tocca con le ginocchia il suolo e tende la mano che prima stringeva il suo anziano alter ego. Afferra la bambolina, la guarda, e in lei riconosce colei che è appena svanita. Una lacrima, un'altra, si libra dalle sue ciglia, e la bambolina viene stretta al petto. Un sospiro. E accetta }
KRYSLIIN )Davanti all'Altare ° pressi Tre Nicchie( La tua stellina continua a brillare [//Luce di Stella +1]e ti permetterebbe di vedere , di percepire e di capire poi. Braccia di fumo si allungano a te, fumo ti che ti avvolge e ti vorrebbe afferrare per portarti via con loro, perché qualcuno ti reclama, si ostinerebbe a non lasciarti vivere. Ma come potresti continuare a farlo, figlia dell'Oscura? Non vorrai tornare indietro...non ora, forse mai più. Sei già morta, rinata tra le ombre e ormai è tardi per qualsiasi cosa voglia tirarti oltre quella poca luce che riesci ad emanare. Arretri, in quel piccolo spazio, tra le braccia di fumo ad un passo ancora dalla fine. I tuoi movimenti sono precisi, ma non ti staresti muovendo, staresti prendendo coscienza che non è questo il tempo. Sei immobile davanti all'altare eppur convinta di non lasciarti stringere da quelle braccia. {No...} dici, mormorando a te stessa di maggiormente queste verba. Più arretrerai in quel piccolo spazio più ti sentirai padrona di te stessa. Non un esitazione, nulla...solo gelo e quella sensazione di ghiaccio e gelo che emani a chiunque poggerebbe su te gli occhi. Ti muovi arretrando nel Buio, non lo temi, esso è tuo.
La Morte. Ecco il Sigillo della verità, quello che le Ancelle dell'Oscura stanno ora vivendo, in modo completamente differente. C'è il silenzio assoluto per Chloe, quel silenzio che le penetra nelle ossa, quella normalità che la invade, come un fastidioso involucro protettivo. Inutile voltarsi, inutile cercare con gli occhi quello che non c'è. C'è solo la realtà, le solite mura, il solito Tempio. Eppure un rumore sordo la fa voltare, nelle ombre. Qualcosa che sembra un pianto, un lamento. Osservando meglio, scorge, sotto la panca più vicina all'altare, la propria figlia, Gwendhelen. E' di lei che si è impossessata l'Oscura, facendola gemere come un cucciolo abbandonato, facendola dimenare, scalciare, in preda a terribili incubi.
Hagall, d'altro canto, non può ritrarsi da quella luce che non è vita, ma morte. Come quella di suo figlio, che ha lottato ma non ce l'ha fatta. Come Roseline, che accetta la fine di quella bambolina, di quella vecchia. Di se stessa. Lacrime che bagnano il velo che indossa, ma che nulla possono contrastare. Come Krysliin, che tenta di fuggire ad una fine certa, nonostante la piccola capacità di quella prigione. Accettare la Morte ed amarla.
CHLOE { .Pressi Altare. } Osserva quel vuoto, quel silenzio assordante, quella fastiodiosa mancaza di Lei. Poi un gemito. Vorrebbe voltarsi di scatto, ma è stanca, sfinita e i movimenti sono lenti e irregolari. Sente i lamenti e riesce a scorgere poco lontano, sotto una panca una bambina. É la sua bambina. No, lasciala in pace, non farle del male, non farla soffrire. Vorrebbe urlare e maledire quella Stella che le sta divorando la figlia. Non è colpa sua se ha una Madre come me, non è colpa sua se sua Madre è una tua Serva. Cerca di avvicinarsi alla piccola e le sembra che la voce possa mormorare qualcosa *Prendi me, lacerami! Ma lasciala stare!* forse lo sta solo immaginando o forse lo dice davvero, è certa che le stia risuonando nelle orecchie ma ormai non è più sicura di niente. Perchè lei? No, no. Cade in ginocchio e china il capo chiudendo gli occhi mentre le lacrime iniziano a scendere copiose da quegli occhi di ghiaccio che si chiudono e dietro le cui palpebre abbassate l'immagine della figlia torturata dagli incubi si ripete incessante.
Lentamente svaniscono i fumi dell'inconscio, la realtà ritorna negli occhi di tre delle figlie del Vespro, le loro ginocchia diventano pesanti, il corpo stanco. Ma questo la nera Stella non può vederlo, nè udire i loro respiri tornare regolari. No, per lei tutto è ancora statico, fermo in quel punto imprecisato nella sua mente coperta di polvere, che le mostra quella tenera bimba sgranare gli occhi violetti a tal punto da volerli far esplodere, per ciò che vede, per ciò che sente. Mormora inutilmente l'elfa dagli occhi di ghiaccio. Nessuna parola prende forma, solo il lento supplizio della morte, che avvolge come un nero velo il piccolo corpo della propria figlia dal sangue misto. Anche lei deve accettare tutto questo, per purificarsi, per accettare ogni tipo di dolore, anche quello di una madre. Alla fine, anche gli occhi di Chloe riprendono la realtà, perchè le erbe avevano preso il controllo su di lei, mostrandole una delle peggiori torture. E davanti a tutte loro, la figura della Somma Stella le osserva ferma ed imperturbabile come sempre. Ha però abbandonato la ciotola di legno, per tenere stretto a sè il proprio athame.
CALLISTA {.Pressi Altare.} . Ha osservato i loro corpi contorcersi, i loro volti disegnare smorfie ed i loro occhi piangere invisibili lacrime. Le attende, una ad una, convinta che abbiano superato anche quella prova e che siano finalmente pronte per la notte di Samhain. E' Krysliin, di nuovo, ad essere la prima, a fissare gli occhi spenti della Dama del Lago, che con lentezza alza la mano sinistra ora accompagnata dall'affilata punta del suo athame, avanzando fino a ferire la fronte della Sacerdotessa, lacerandone il velo in quel punto { Un taglio sulla fronte, il tuo sangue per gli spiriti. Con saggezza li custodirai. } Roca e profonda la voce della mezzelfa, mentre incide l'ultimo dono per Rhiannon, lasciando che il sangue coli liberamente sul volto di Krysliin. Con la mano opposta la Dama del Lago raccoglie alcune gocce di quel sangue sgorgato puro, disegnando su entrambi i polsi della Sacerdotessa la runa Nauthiz, capovolta { Avete sofferto e gioito, avete provato dolore e sollievo. Ma ora preparatevi, Ancelle di Rhiannon, il Suo mondo sta per afferrarvi! }
KRYSLIIN )Davanti all'Altare ° pressi Tre Nicchie( L'effetto delle erbe svanisce per ricondurti indietro in quella parte di te che è coscienza. Il tuo corpo è ormai stremato e il sangue non ti farebbe più sentire dolore. Ma vi è ancora qualcosa che andrà in dono alla Saggia e a malappena apriresti gli occhi per riconoscere la figura impetuosa della Somma la sua voce sarebbe legata al movimento dell'Athame, lo stesso che ti avrebbe segnato quella che era una stellina incolore ora ti ferirebbe sulla fronte lacerando ancora una parte di te. Ma rimarresti inflessibile immobile. Sentiresti il sangue colare sul tuo viso, non vi sarebbero lacrime né smorfie di dolore. Odi perfettamente le parole di lei. Con l'altra mano prenderebbe il tuo sangue puro e andrebbe a disegnarti Nauthiz su entrambi i polsi, una runa. Alla fine sei pronta, tu e le tue sorelle.
CALLISTA {.Pressi Altare.} . Sì, la giovane e appena chiamata Sacerdotessa del Vespro è pronta per quello che la Velata ha deciso per lei per questa notte. La Somma Stella si lascia sfuggire un'occhiata di orgoglio per quella nuova ombra che da poco s'è aggiunta alla parte più crudele dell'Una e Trina. Tra le stoffe del suo abito, il profumo della morte aleggia ancora, raggiungendo una Roseline che riprende contatto con se stessa e con il Tempio. Con la realtà. Il braccio della bionda mezzelfa vestita di ombre si rialza nuovamente, completando la vestizione della Diaconessa con un nuovo taglio sulla fronte. Il terzo, come tre sono i Suoi volti. { Un taglio sulla fronte, il tuo sangue per gli spiriti. Con saggezza li custodirai } Atona la voce della Somma, che fissa le iridi della francese da sotto il nero velo, andando poi ad accostarne l'indice, rubandole una scia di sangue, un pezzo della sua vita. Anche per lei una semplice runa disegnata su entrambi i suoi polsi: è Ansuz, diritta. La chiamata dello Spirito, la saggezza { Avete sofferto e gioito, avete provato dolore e sollievo. Ma ora preparatevi, Ancelle di Rhiannon, il Suo mondo sta per afferrarvi! }
ROSELINE { Pressi altare }{ E' tornata, è di nuovo lì. Il dolore è più intenso, più forte, sembra occupare ogni porzione della sua mente. Eppure c'è dell'altro con cui la Diaconessa deve fare i conti. Il braccio armato della Somma stella le ferisce la fronte da cui fluisce sangue, sangue che macchia la stella nera e poi i polsi, trascinato lì dalla Dama del lago, in punta di dita. Gli occhi di ghiaccio si posano sulla pelle candida e sporcata di rosso, riconoscono la runa, la comprende. E sa di essere pronta ora. La festa degli spiriti l'attende, la Nera le attende. ha superato la prova ed ora solo pochi respiri la separano dal rito assieme alle altre sorelle. Bianco rosso e nero unite per celebrare l'ora dell'Oscura }
CALLISTA {.Pressi Altare.} . Riconosce nello sguardo della nera Diaconessa la comprensione per ciò che è avvenuto. D'altronde non è la prima volta per lei e nemmeno sarà l'ultima. I suoi occhi, immediatamente seguiti dai nudi piedi, scivolano lentamente, fino a porsi di fronte ad Hagall. Ha vissuto la morte di suo figlio, quel figlio che ora nemmeno ha più un padre. Anche per lei lo stesso rituale, conscia tuttavia che la nera Sibilla comprenda maggiormente ogni minimo movimento, ogni singola parola. L'athame le squarcia il velo sulla fronte, un taglio si apre come una bocca da sfamare per quegli spiriti onnipresenti { Un taglio sulla fronte, il tuo sangue per gli spiriti. Con saggezza li custodirai } Un leggero mormorio, che tuttavia non potrebbe mai nascondere il ringhiare della lupa avvolta nel leggero velo dello stesso colore della notte. Sangue misto, sangue che muta. Ecco cosa prende da lei, dalla mutaforma. Tocca a Thurisaz questa volta comparire, disegnata dall'indice della Somma Stella su entrambi i polsi della Magistra. La spina dello scorpione, la lama da cui bisogna proteggersi. { Avete sofferto e gioito, avete provato dolore e sollievo. Ma ora preparatevi, Ancelle di Rhiannon, il Suo mondo sta per afferrarvi! }
HAGALL { Pressi Altare . FU } • { Brilla la stella, come se fosse un’àncora che la tiene saldamente legata al Tempio, (//Luce di Stella liv3) impedendole di perdersi nel limbo della visione. Ed in essa lei non è più ciò che credeva. È il suo bambino. Che come lei si è ritratto al cospetto della vita e si è rintanato nelle ombre. Ma le sue erano quelle della morte e la luce della fine lo ha preso comunque, strappandolo a lei. Poi la visione svanisce e gli occhi della Magistra tornano a schiudersi. Ci mette un po’ stavolta a riconoscere il luogo in cui si trova, quasi fosse ancora acciecata dalla Luce di pocanzi. Deglutisce e respira gli incensi. Poi cerca la Somma con lo sguardo e quando la trova le sorride appena. Non di gioia né di rassegnazione. Semplicemente china appena il capo, come se quel dolore fosse ormai parte di lei come la cicatrice per un guerriero o una ruga per una vecchia. Le sta addosso e la rende bella. Le sta addosso e la rende ciò che è. Nei suoi occhi non c’è spazio per il rimpianto. Si lascia ferire, o marchiare, che dir si voglia. Dunque osserva la runa destinatale e tace. È pronta. }
CALLISTA {.Pressi Altare.} . Avverte il contatto degli occhi della nera Magistra su di sè, conscia che quel sorriso che le offre non sia di gioia per quel che la Vecchia le ha mostrato, non di rassegnazione, ma di piena consapevolezza di quello che è, di quello che il destino le offre. La Somma Stella non ricambia alcun cenno, rimane imperturbabile anche nella luce argentata di quella stellina che si fa largo tra le ombre, solo per dirigersi verso Chloe, la Sua prediletta. Gli occhi che osserva sotto il velo sono di ghiaccio puro, ma nelle profondità impenetrabili, la Dama del Lago riesce a comprendere la gravità della visione a cui è stata costretta. Ma neppure per lei, non per l'amica, non per la sorella, c'è un battito di ciglia dorate che sa di pietà o di tenerezza. No, questo è il tempo della Vecchia, della Morte, della Fine. Anche su di lei giunge la lama affilata dell'athame ormai pregno del sangue delle altre figlie dell'Oscura, incidendole un taglio netto sulla fronte, aprendo il velo come se fosse un terzo occhio { Un taglio sulla fronte, il tuo sangue per gli spiriti. Con saggezza li custodirai } Mormora per la quarta volta quelle parole, riportando poi la lama nella propria custodia, sul fianco sorretto dalla dorata fascia. Le dita sfiorano la pelle gelida della Stella del Vespro, rubandone alcune gocce di sangue, quel prezioso nettare elfico. E' la volta di Wunjo, questa. L'indice della Somma Stella ne traccia i contorni sui due polsi di Chloe, disegnandola capovolta. E' il momento del riposo, della pazienza, del silenzio. { Avete sofferto e gioito, avete provato dolore e sollievo. Ma ora preparatevi, Ancelle di Rhiannon, il Suo mondo sta per afferrarvi! } Ora tutte sono pronte, tutto può iniziare.
CHLOE { .Pressi Altare. } Ha vissuto il supplizio peggiore per una madre: ha visto la figlia tra le braccia della Velata, contorcersi per il dolore e piangere come se qualcuno le stesse strappando l'anima. Ma la realtà sta tornando a prendere forma e quell'incubo si rivela per ciò che è. É così che Lei si mostra alle proprie Figlie, non c'è pietà, non c'è speranza, soltanto una mare nero, un'oblio in cui perdersi e dove trovare dolori eterni. Si ritrova ancora davanti alla Somma Stella, a quella che un tempo fu una Figlia e poi divenne Madre. Niente si legge sui loro volti, come due estranee che si incrociano per caso sul loro cammino verso Samhain. L'athame giunge ad inciderle la fronte ed il sangue scorga ancora da quel corpo ormai sofferente, come se avesse vissuto una prigionia lunga interi inverni. Non è più capace di reagire al dolore, neanche con una sottile smorfia, è troppo stanca anche per quello. Una runa vien disegnata col sangue sui suoi polsi. Si è rassegnata ormai da tempo al suo destino e vuole ancora affrontare con dignità e forza. L'ora della Tessitrice sta infine giungendo, è pronta ad affrontarla. Il potere di quella notte è così vicino che riesce a percepire il gelo ed il dolore che seguiranno.
Dunque:
Anche se sono tutte in un unico post, queste sono tre role, una per ogni prova. In tutte e tre Hagall viene messa davanti a delle prove molto impegnative che aumentano di difficoltà andando da quella dell'Alba a quella del Vespro. Siccome non so se possano andar bene, posto due link di altre due role, ovvero:
QUESTA in cui si celebra il rituale per cui sono state preparate, nel quale Hagall viene addirittura posseduta da uno spirito mentre prega e celebra il rito
e
QUESTA in cui Hagall celebra un rito nonostante abbia appena saputo della morte del suo compagno, infatti cede al dolore solo una volta aver portato a termine il rituale
Non sono molto brava con ste cose quindi sono praticamente certa che non andranno bene xD nel caso rimedierò con altre role :)
Grazie per la pazienza